Nonostante la recente ondata di liquidazioni, alcune società che hanno venduto le loro criptovalute negli ultimi mesi non sono affatto ribassiste su Bitcoin (BTC).

La società di investimento canadese Cypherpunk Holdings ha venduto i propri asset digitali durante il crypto winter del 2022, liquidando a giugno il 100% dei propri Bitcoin ed Ether (ETH). Cypherpunk, una delle prime società per azioni al mondo ad investire pubblicamente in Bitcoin, sostiene di aver comunque mantenuto una "prospettiva rialzista sulle criptovalute" nel lungo termine.

Dato che le azioni della società sono quotate con il ticker HODL sul Canadian Securities Exchange, la decisione di liquidare le proprie criptovalute appare un po' ipocrita. Il termine "HODL" viene infatti utilizzato nella crypto community per indicare la volontà di un individuo di continuare a detenere i propri asset digitali, indipendentemente dalle condizioni di mercato.

Ma secondo Jeffrey Gao, CEO di Cypherpunk, è del tutto possibile vendere e rimanere rialzisti allo stesso tempo. "Siamo in questo settore perché crediamo nelle criptovalute nel lungo termine," ha spiegato il CEO. L'azienda potrà nuovamente investire in Bitcoin o in "qualsiasi altra criptovaluta, o paniere di criptovalute" in ogni momento, non appena si presenterà la giusta opportunità.

Gao ha affermato che molte società del settore sono state costrette a liquidare, tanto che anche le "istituzioni più sofisticate" come Voyager, Three Arrows Capital e Celsius si sono ritrovate coinvolte in operazioni incredibilmente rischiose. Secondo il CEO, la quasi totale assenza di sistemi per la corretta gestione del rischio dimostra che l'industria delle criptovalute non è ancora matura:

"Andando avanti, una migliore gestione del rischio – mantenendo comunque una mentalità rialzista nel lungo termine – sarà molto importante. [...] Puoi essere bullish sulle criptovalute nel loro complesso e comunque vendere a causa delle cattive condizioni del mercato."

Secondo Gao, Cypherpunk ha avviato il processo di liquidazione all'inizio di maggio, subito prima del collasso del network Terra (LUNA), successivamente ribattezzato Terra Classic (LUNC). Il crollo è iniziato il 10 maggio, quando la stablecoin algoritmica TerraUSD, precedentemente nota come UST, ha perso il proprio peg al dollaro statunitense.

"Quando è accaduto, abbiamo immediatamente scaricato il 30-40% del nostro rischio," ha affermato Gao. Cypherpunk ha poi venduto un'altra porzione dei propri asset a fine maggio, quando BTC veniva scambiato poco sopra i 30.000$. L'ultimo terzo è stato infine liquidato a giugno:

"Sostanzialmente non abbiamo fatto progressi, ma abbiamo anche evitato che il nostro intero capitale andasse in fumo."

Il CEO ha concluso l'intervista dichiarando di essere molto ottimista su altcoin come Ether and Solana (SOL):

"Nel lungo termine, almeno per come stanno le cose adesso, rimango più rialzista su Bitcoin che su altre criptovalute. Ma nel breve termine, nei prossimi due o tre mesi, punterei maggiormente su Ethereum e Solana."