Una transazione in Bitcoin (BTC) da un miliardo di dollari ha iniziato a far discutere la comunità delle criptovalute, non per le sue dimensioni ma per le tariffe eccessivamente alte pagate dal mittente.

Avrebbe potuto spendere soltanto 35$

Sui social media, gli utenti stanno tentando di indovinare l'origine e la destinazione di questi fondi: si tratta di una transazione da ben 94.504 BTC, equivalenti a circa 1,018 miliardi di dollari. Secondo il profilo Twitter Whale Alert, la transazione non ha coinvolto wallet conosciuti o appartenenti a specifiche organizzazioni operanti nel settore delle criptovalute, come ad esempio piattaforme d'exchange.

Un utente ipotizza che questi fondi siano in qualche modo legati all'imminente lancio di Bakkt, piattaforma dedicata al trading istituzionale, che proprio oggi ha iniziato ad accettare depositi da parte dei clienti.

Il trader Max Keiser ha a tal proposito commentato su Twitter:

"Continua la costruzione dell'inventario da parte delle istituzioni, per le loro necessità di market making. Questo evento 'piazza' il prezzo effettivo di BTC a 9.000$, come ormai ripeto da svariati anni. Vale a dire che le istituzioni acquistano ogni BTC venduto a 9.000$. Al momento, per gli acquirenti il rapporto fra rischi e ricompense è eccellente."

Quel che stupisce è soprattutto la tariffa pagata dal mittente: con un tasso di 480 satoshi per ogni byte, la commissione è stata di ben 700$.

Sul network di Bitcoin è il mittente stesso a decidere il costo delle tariffe, a seconda della velocità d'elaborazione desiderata: più alta la commissione, più rapidamente i miner elaboreranno la transazione. Attualmente, se si desidera che la propria transazione venga aggiunta al blocco immediatamente successivo, bisogna pagare soltanto 23 satoshi per ogni byte: ciò significa che per questo movimento di denaro il mittente avrebbe potuto pagare soltanto 35$, un prezzo 20 volte inferiore.

Il valore di Bitcoin aumenta, ma le commissioni rimangono economiche

Nonostante il rapido incremento del prezzo di Bitcoin, quest'anno il costo delle commissioni si è mantenuto abbastanza basso. Una situazione in netto contrasto rispetto al 2017, quando le tariffe della criptovaluta divennero talmente alte da portare alla nascita di progetti alternativi, come Bitcoin Cash (BCH), nel tentativo di risolvere il problema.

Questa settimana l'hash rate di Bitcoin ha registrato un nuovo massimo storico, raggiungendo un valore di ben 87.000.000 TH/s. Secondo l'investitore Max Keiser, questo continuo incremento della potenza di calcolo del network aiuterà a migliorare la fiducia degli investitori, e di conseguenza ad aumentare la domanda per la criptovaluta:

"Il prezzo segue l'hash rate, e il grafico dell'hash rate continua a crescere da nove anni."