Sony Interactive Entertainment, il colosso dei videogiochi che gestisce il brand PlayStation, ha depositato un brevetto per un framework che permetta agli utenti di trasferire e utilizzare i token non fungibili (NFT) su più piattaforme di gioco. 

Nel corso degli anni Sony ha dimostrato un notevole interesse per le criptovalute, come testimoniano le numerose registrazioni di marchi e partnership. Di recente, l'azienda ha depositato un brevetto intitolato "Framework per NFT per il trasferimento e l'utilizzo di asset digitali tra piattaforme di gioco."

Il nuovo brevetto di Sony. Fonte: patentscope.wipo.int

Il framework per NFT di Sony mira a integrare i token non-fungibili nel gameplay. Questa tecnologia, sostiene l'azienda, potrebbe essere utilizzata per skin o altre funzionalità in-game:

"L'NFT viene fornito agli utenti finali in modo che l'asset digitale possa essere utilizzato, tramite l'NFT, in diverse simulazioni virtuali e/o in diverse piattaforme di simulazione virtuale."

Inoltre, l'azienda spiega che la proprietà del token può essere trasferita ad altri utenti. I seguenti grafici illustrano in dettaglio l'uso che Sony intende fare degli NFT:

Questo grafico illustra il framework per NFT ideato da Sony. Fonte: patentscope.wipo.int

Se questo brevetto diventasse realtà, i possessori di PlayStation 5 potrebbero essere un giorno in grado di sperimentare gli NFT nei titoli mainstream presenti sulla console. Nel dicembre del 2022, il numero totale di utenti attivi sul PlayStation Network era di ben 112 milioni: una cifra che continua a crescere di anno in anno.

Per comprendere in che modo gli NFT potrebbero essere integrati all'interno dei videogiochi mainstream, Cointelegraph ha recentemente intervistato Peter Bergstrom, ex-producer della serie Age of Empires:

"Nel game design, non esistono risposte intrinsecamente giuste o sbagliate. Ciò che rende il settore dei videogiochi così di successo è il fatto che geniali game designer ideano costantemente nuovi modi di giocare, e poi integrano tali intuizioni all'interno di ciò che esiste già. Questo accadrà sicuramente anche con Web3 e GameFi. Sarà un processo graduale, portato avanti da diversi designer e sviluppatori di videogiochi."

A suo parere, l'aspetto più importante è creare un buon videogioco, indipendentemente dalla tecnologia alla sua base:

"Ai giocatori non interessa la tecnologia che sta dietro a un buon videogioco. Lasciate perdere i discorsi complicati su blockchain, NFT, Play-to-Earn, metaverso e Web3: pensate a creare un buon gioco, a come incorporare in modo invisibile blockchain, NFT, P2E, AI, G5 o altre tecnologie al fine di rendere il titolo migliore.

Se è un buon videogioco, gli utenti lo compreranno. A nessuno importa se il motore grafico sia Unity o Unreal: i giocatori vogliono soltanto vivere un'esperienza divertente ed appagante, non prendere lezioni d'informatica ed economia."