Le imprese crypto sudafricane stanno minacciando di abbandonare il Paese, se i legislatori non saranno in grado di fornire maggiore chiarezza normativa al settore.
Sean Sanders, CEO della piattaforma d’investimento in criptovalute Revix, la quale prevede di trasferire la propria sede nel Regno Unito, ha affermato durante un'intervista con Bloomberg che il governo sudafricano è "incredibilmente lento" nel chiarire le linee guida normative per l’industria crypto.
Il CEO ha dichiarato:
"Questo porta le aziende a guardare a livello internazionale. In un ambiente non regolamentato, giustamente un cliente arriva alla nostra piattaforma con scetticismo.
Il Sudafrica sembra andare nella direzione opposta rispetto ad alcuni dei più sviluppati pionieri ed innovatori del mercato. Trovo sia pigro che i regolatori applichino normative datate di cento anni ai più recenti asset digitali."
Revix sta pianificando di aprire un ulteriore ufficio in Germania.
Le società crypto sudafricane affermano che le istituzioni finanziarie del Paese non sono disposte a fornire loro servizi bancari. Marius Reitz, general manager per il mercato africano di Luno, avverte che questo embargo bancario soffocherà l’adozione locale:
"Questo rende difficoltoso per i clienti acquistare Bitcoin con la loro valuta locale."
L'adozione sudafricana è stata ostacolata anche da una recente prevalenza di truffatori, che sfruttano le criptovalute per attirare loro le vittime. Il mese scorso, la Financial Sector Conduct Authority del Sudafrica (FSCA) ha riferito che il numero di truffe crypto è in aumento con l’attuale mercato rialzista.
In un comunicato del 4 febbraio, la FSCA ha messo in guardia gli investitori:
"Non essere sotto pressione per seguire la massa e non aver paura di essere escluso dalla prossima grande opportunità."
Nel dicembre 2020, Cointelegraph ha riferito che il presunto schema Ponzi sudafricano Mirror Trading International era stato posto in liquidazione provvisoria dai regolatori, dopo aver ricevuto oltre 23.000 Bitcoin dagli investitori.
Un'indagine della FSCA ha rivelato che l'azienda non teneva i registri contabili né conservava i database degli utenti. Gli investitori non sono stati in grado di prelevare i propri fondi: la FSCA ipotizza che il CEO di Mirror, Johann Steynberg, possa essere fuggito in Brasile.