La banca centrale dello Sri Lanka ha approfittato del mercato rialzista del 2021 per avvisare il grande pubblico dei rischi associati agli investimenti in criptovalute.

In una nota resa pubblica il 9 aprile, la CBSL ha segnalato tre tipologie di attività potenzialmente pericolose: il mining di criptovalute, gli investimenti in ICO e lo scambio di criptovalute sugli exchange.

Poiché nello Sri Lanka non sono presenti normative che tutelino gli investitori, la banca ha evidenziato quattro aree particolarmente critiche per coloro che si approcciano per la prima volta al mondo delle criptovalute: l'impossibilità per i trader di fare ricorso legale in caso di controversie legate ai loro investimenti, l'eccessiva volatilità dei prezzi delle criptovalute, l'alta probabilità che gli asset digitali siano utilizzati per attività criminali, nonché la possibile violazione del Foreign Exchange Act.

In particolare, in merito all'ultimo punto l'istituzione spiega:

Poiché le valute virtuali (VC) vengono scambiate come asset sugli exchange, l'acquisto di VC dall'estero comporterebbe una violazione delle Foreign Exchange Regulations, in quanto le VC non sono considerate una categoria d'investimento consentita ai sensi del Foreign Exchange Act. [...]

Anche le carte per il trasferimento elettronico di fondi (EFTC), come carte di debito e credito, non possono essere utilizzate per l'acquisto con valuta estera di monete virtuale, ai sensi delle Foreign Exchange Regulations in Sri Lanka.

Sebbene la CBSL si mostri diffidente nei confronti delle criptovalute decentralizzate, ha comunque avviato un progetto nazionale per testare la tecnologia blockchain, al fine di migliorare la gestione e la condivisione dei dati per i processi Know Your Customer.