Secondo quanto riferito, le autorità francesi hanno revocato il divieto di viaggio imposto al CEO di Telegram Pavel Durov, nell'ambito dell'indagine in corso sulla piattaforma di messaggistica.

A Durov era stato ordinato di rimanere in Francia dopo il suo arresto a Parigi avvenuto nell'agosto dello scorso anno, a seguito di diverse accuse relative alla sua gestione di Telegram.

In precedenza, a Durov erano state concesse delle esenzioni temporanee e ora le autorità francesi hanno revocato completamente le restrizioni sui suoi spostamenti, secondo quanto riportato giovedì da Bloomberg.

Nell'ambito dell'ultima decisione, datata lunedì, i funzionari hanno anche revocato l'obbligo per Durov di presentarsi regolarmente alla stazione di polizia locale, secondo quanto riportato dall'agenzia, che cita una persona informata sulla questione.

Indagine ancora in corso

La notizia non riporta alcun dettaglio riguardo alle indagini francesi su Telegram, lasciando intendere che il caso sia ancora aperto.

Secondo quanto dichiarato dalla Procura francese in merito alle accuse preliminari, Durov è stato accusato lo scorso anno di aver gestito una piattaforma che consente transazioni illecite. I pubblici ministeri hanno affermato che il CEO di Telegram rischia fino a 10 anni di carcere, oltre a una multa di 550.000 $.

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Pavel Durov ha incontrato il Presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev al Digital Bridge 2025 in ottobre. Fonte: Ufficio stampa del Presidente del Kazakistan (Aqorda)

Telegram e Durov hanno ripetutamente negato le accuse, sottolineando la conformità del servizio di messaggistica agli standard del settore e alle leggi dell'Unione Europea.

Pur negando le accuse, Durov ha costantemente criticato il governo francese, compreso il presidente Emmanuel Macron, per quella che ha definito la traiettoria politica del Paese in materia di censura.

“Emmanuel Macron non sta facendo le scelte giuste. Sono molto deluso. La Francia sta diventando sempre più debole”, ha dichiarato Durov in un'intervista al quotidiano francese Le Point nel mese di giugno.

A ottobre, Durov ha messo in guardia dalle potenziali conseguenze della proposta Chat Control dell’UE, esortando il mondo a combattere le misure “distopiche” proposte dall’Unione.

“La Germania sta perseguitando chiunque osi criticare i funzionari su Internet. Il Regno Unito sta imprigionando migliaia di persone per i loro tweet. La Francia sta indagando penalmente sui leader tecnologici che difendono la libertà e la privacy”, ha scritto Durov in un post su X il 9 ottobre.