Come recentemente comunicato, l'amministratore delegato di Tether, Paolo Ardoino, è intervenuto per rispondere a Brad Garlinghouse, amministratore delegato di Ripple, che ha affermato che il governo degli Stati Uniti starebbe "dando la caccia" a Tether, il più grande emittente di stablecoin al mondo.
Ardoino ha utilizzato la piattaforma X per chiarire la questione della potenziale azione delle agenzie statunitensi contro l'azienda e ha richiamato Garlinghouse per aver diffuso "preoccupazione su USDT".
Ardoino ritiene che i commenti di Garlinghouse siano ipocriti, dato che Ripple è oggetto di indagini da parte della Securities and Exchange Commission statunitense e che stia tentando di lanciare una stablecoin concorrente di Tether (USDT).

Fonte: Paolo Ardoino

Ripple ha in programma di approdare sul mercato delle stablecoin nel 2024, nonostante la causa in corso contro la SEC.
Il CEO di Tether sostiene che USDT sia la maggiore stablecoin per quota di mercato, con milioni di utenti in tutto il mondo, e che abbia aiutato le economie in via di sviluppo. Ha aggiunto:

"USDT si è dimostrata nel tempo dotata di una forte stabilità di prezzo, di riserve altamente liquide, di depositari di primo livello e di una profonda conformità".

Ardonio ha inoltre elencato diversi fattori che rendono USDT conforme e una delle stablecoin più utilizzate. Ardonio ha inoltre ricordato come Tether abbia collaborato con 124 forze dell'ordine in oltre 40 Paesi e abbia bloccato oltre 1,3 miliardi di dollari di asset riconducibili a truffe, attacchi informatici e riciclaggio di denaro da quando è stata lanciata. Di questi 1,3 miliardi di dollari di asset bloccati, Tether è riuscita a bloccare più di 639 milioni di dollari collaborando con le forze dell'ordine statunitensi.
Ardonio ha poi rivelato che negli ultimi 12 mesi Tether abbia rispettato volontariamente 198 richieste di blocco di wallet da parte delle forze dell'ordine, 90 delle quali provenienti dalle forze dell'ordine statunitensi. Negli ultimi tre anni ha soddisfatto 339 richieste, di cui 158 provenienti dalle forze dell'ordine statunitensi.
Ardonio ha poi terminato il tweet invitando ad una riflessione sugli emittenti di stablecoin in concorrenza tra loro, ricordando come Tether si impegni a collaborare direttamente con le forze dell'ordine, mentre gli altri emittenti si attengano solo alle ordinanze giudiziarie:

"...Mentre le altre stablecoin, pur sostenendo di essere 'più conformi', richiedono un ordine del giudice, consentendo ad hacker, truffatori e criminali un lungo periodo di tempo per spostare i fondi".

La risposta dell'amministratore delegato di Tether è giunta dopo che Garlinghouse, durante un'intervista in un podcast, ha affermato che esiste il "100%" di possibilità di assistere ad un altro evento cigno nero legato alle crypto. Il CEO di Ripple ha aggiunto che il governo degli Stati Uniti stia dando la caccia a Tether senza approfondire le ragioni della sua valutazione. Tuttavia, Garlinghouse ha anche riconosciuto il ruolo di Tether nel mercato crypto.
Molti nella crypto community hanno interpretato i commenti del CEO di Ripple come un'allusione all'imminente azione legislativa degli Stati Uniti. Altri sostengono che si tratti solo di una tattica concorrenziale, dal momento che Ripple lancerà presto una stablecoin.
Cointelegraph ha contattato Tether per un commento, ma senza ricevere risposta.

Traduzione a cura di Walter Rizzo