La Securities and Exchange Commission thailandese ha fatto marcia indietro sui piani per imporre un requisito di reddito annuale minimo, pari a 1 milione di baht (circa 33.000$), per gli investimenti in crypto nel paese. Stando a un report pubblicato martedì dal Bangkok Post, la commissione ha chiarito che la proposta precedente è stata pubblicata per valutare il sentiment degli investitori.

Il dietrofront della SEC thailandese segue l'indignazione degli utenti crypto nel paese, che hanno criticato la norma proposta sostenendo che escluderebbe individui con redditi medi e bassi dal mercato delle criptovalute.

Chiarendo la posizione della commissione sulla questione, Ruenvadee Suwanmongkol, segretario generale della SEC, ha affermato:

“Ho proposto il criterio che molti hanno considerato troppo severo per indurre la gente a esprimere le proprie opinioni in materia. Non intendevo annunciare che queste sono le qualifiche esatte che verranno implementate.”

Secondo il dirigente della SEC, la commissione non aveva intenzione di imporre il requisito di un reddito annuale superiore a 1 milione di baht per gli investimenti in crypto.

Oltre a chiarire la sua posizione precedente, la SEC thailandese ha deciso di spostare a mercoledì la sua udienza pubblica sugli investimenti in crypto, tre settimane prima del previsto. Come già segnalato da Cointelegraph, l’evento era programmato per il 24 marzo.

A febbraio, il ministro delle finanze thailandese, Arkhom Termpittayapaisith, ha espresso preoccupazioni sull’attuale mania speculativa nel paese che coinvolge le criptovalute. Secondo il ministro, l’entusiasmo retail per le valute digitali, se lasciato senza controllo, potrebbe avere conseguenze negative per il mercato dei capitali del paese.

In effetti, il volume di trading nei mercati crypto in Thailandia è aumentato da circa 630 milioni di dollari a dicembre 2020 a 2,17 miliardi a gennaio.

Il segretario generale della SEC afferma che la commissione ha il compito di proteggere gli investitori retail dai rischi associati agli investimenti in asset digitali: "La SEC non può stare con le mani in mano e non fare nulla, è assolutamente la nostra responsabilità se gli investitori perdono soldi a causa delle criptovalute."

La Thailandia è uno dei mercati crypto più regolamentati, in cui gli exchange devono conformarsi a rigidi standard normativi. Bitkub, il più grande exchange di criptovalute thailandese, è stato costretto dai regolatori a chiudere per qualche giorno dopo una serie di lunghe interruzioni di servizio.

Anche diverse istituzioni finanziarie mainstream, oltre alle agenzie governative, stanno mostrando un coinvolgimento significativo nel campo degli asset digitali. A febbraio, Siam Commercial Bank ha creato un fondo di investimento blockchain da 50 milioni di dollari.

Inoltre, l’ente turistico del paese sta cercando di attirare utenti crypto giapponesi per stimolare il settore dell’ospitalità.