Fabio Canesin, co-founder della società fintech Nash, ritiene che quando l’economia globale uscirà dalla pandemia da COVID-19, la blockchain presenterà un’opportunità “unica per il pubblico alla luce della sua natura “senza frontiere”. 

Durante un’intervista con Cointelegraph, Canesin ha dichiarato che i principali player che potranno sfruttare la blockchain in un mondo post-pandemico saranno tre: le piccole e medie imprese, il settore no-profit e i governi.

Blockchain per migliorare la distribuzione dei sussidi COVID

Con riferimento alle autorità governative, il co-founder di Nash ha dichiarato:

"Per inviare i sussidi potremmo utilizzare la blockchain al posto dei metodi di pagamento tradizionali, molto più lenti e soggetti a errori. Oltre a velocizzare i processi, l’attuale tecnologia potrebbe (e dovrebbe) permettere ai singoli individui di accedere direttamente alla rete dei servizi, senza bisogno di intermediari."

Per quanto riguarda il settore del no-profit, Canesin ritiene che anche le donazioni dovrebbero essere distribuite tramite blockchain. Sottolinea inoltre come permettere al grande pubblico di donare direttamente alle organizzazioni sarebbe un modo “molto efficiente” di migliorare i risultati delle campagne di raccolta fondi: "inviare contributi direttamente ai singoli wallet digitali potrebbe rivoluzionare il settore della filantropia".

Canesin ha inoltre chiarito il suo punto di vista in merito all’impatto che la blockchain potrebbe avere su piccole e medie imprese:

"Blockchain significa poter assumere chiunque (dato che la tecnologia non ha confini e permette pagamenti globali), dando a tutti la possibilità di far parte dell’economia mondiale, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda."

Criptovalute come bene rifugio in tempi di crisi

Fabio Canesin ha anche discusso del ruolo chiave che le criptovalute potrebbero svolgere nel mitigare gli effetti della crisi causata dal coronavirus: secondo Canesin, bisogna considerare le crypto come un bene rifugio, se le valute nazionali sono mal gestite.

Ha citato ad esempio la crisi attualmente in corso in Libano, in cui il COVID-19 ha esacerbato problemi bancari “già esistenti”:

"La popolazione sta affrontando una situazione molto grave. Sono stati imposti dei limiti di prelievo ai bancomat e i risparmi si stanno volatilizzando a causa dell’inflazione. Le criptovalute possono proteggerci da questi problemi.

Non solo c’è il pieno controllo degli asset e quindi non può esistere alcun limite ai prelievi, ma la maggior parte delle crypto ha nel proprio protocollo sistemi di protezione contro l’inflazione. Alla luce della loro natura decentralizzata, queste protezioni sono molto difficili da modificare."