Secondo un analista, l'idea di tokenizzare o tracciare le riserve auree statunitensi per renderne trasparenti i movimenti su una blockchain non funzionerà nello stesso modo trustless in cui funziona Bitcoin, ma ciò potrebbe aiutare la criptovaluta.

Greg Cipolaro, responsabile globale della ricerca presso il New York Digital Investment Group (NYDIG), ha dichiarato in una nota del 21 marzo che i funzionari dell'amministrazione Trump, tra cui Elon Musk, hanno ipotizzato l'utilizzo di una blockchain per tracciare l'oro e la spesa governativa degli Stati Uniti, un'idea sostenuta dai dirigenti del settore crypto.

Il problema delle blockchain è che non sono molto intelligenti” ha dichiarato Cipolaro. “Sono limitate nelle informazioni che trasmettono. Per esempio, Bitcoin non ha idea di quale sia il prezzo di Bitcoin e nemmeno dell'ora corrente”.

Cipolaro ha affermato che la tokenizzazione o il tracciamento delle riserve auree su una blockchain potrebbe aiutare con le verifiche e la trasparenza, ma “si baserebbe ancora sulla fiducia e sul coordinamento con le entità centrali” rispetto a Bitcoin, che “è stato progettato per eliminare esplicitamente le entità centralizzate”.

Cipolaro ha aggiunto che le idee di tokenizzazione e di tracciamento della blockchain non sono in concorrenza con il mercato crypto e potrebbero contribuire ad aumentarne la consapevolezza, il che “potrebbe in ultima analisi avvantaggiare Bitcoin”.

L'iniziativa giunge nel momento in cui alcuni chiedono una revisione indipendente delle riserve auree degli Stati Uniti.

Il mese scorso il Senatore Repubblicano Rand Paul ha apparentemente invitato il progetto federale di “cost-cutting” di Musk a indagare sulle scorte d'oro del governo USA presso il Bullion Depository di Fort Knox, che secondo la US Mint detiene circa la metà dell'oro del Paese. 

Il Tesoro controlla e pubblica ogni mese i report sulle scorte d'oro a Fort Knox e in altre località degli Stati Uniti, ma sia il Presidente Donald Trump che Musk hanno ripreso teorie cospirative vecchie di decenni sull'oro mettendo in dubbio che sia ancora tutto lì.

Fonte: Elon Musk 

Entrambi hanno spinto per un audit indipendente di Fort Knox. I caveau sono stati aperti l'ultima volta nel 2017 per consentire all'allora segretario al Tesoro di Trump, Steve Mnuchin, di visionare l'oro e prima ancora, nel 1974, a una delegazione del Congresso e a un gruppo di giornalisti.

Il sito web del Mint riporta che nessun oro è entrato o uscito da Fort Knox “per molti anni”, ad eccezione di “piccolissime quantità” utilizzate per testarne la purezza durante le revisioni contabili. 

Il mese scorso il segretario al Tesoro di Trump, Scott Bessent, ha dichiarato che Fort Knox viene controllato ogni anno e che “tutto l'oro è presente e viene contabilizzato”.