Il denaro non è altro che un'astrazione linguistica. È il linguaggio che utilizziamo per comunicare una forma di valore l'uno all'altro, nonché come questo valore possa avere delle conseguenze economiche. Come ogni altra forma di comunicazione, anche il denaro è passato attraverso una serie di cambiamenti e cicli, andando via via a soddisfare le esigenze di coloro che lo usano. Dal baratto alla carta, il denaro si è evoluto nel tempo, fino ad arrivare alle valute digitali di oggi che stanno aprendo la strada a un cambiamento nel modo in cui accumuliamo, scambiamo e comunichiamo il valore. 

Trovandoci in questo particolare periodo di transizione, stiamo assistendo a una fase di impennata delle criptovalute e della finanza decentralizzata (DeFi); ciononostante, i sistemi finanziari più tradizionali restano ancora forti. Ma la coesistenza di questi due mondi non è sempre facile. 

Spesso, gli individui molto informati sulle crypto non hanno una profonda comprensione della finanza tradizionale e dei suoi regolamenti; così come i finanzieri esperti non hanno grande conoscenza delle crypto o, se la hanno, è spesso sbagliata. Questo problema critico è responsabile di molti dei dibattiti quando si parla di crypto, la maggior parte dei quali risulta in chiacchiere inutili.

Un divario generazionale 

Un elemento essenziale da tenere a mente quando si analizza questo panorama è la differenza generazionale che sta rendendo più difficile l'accordo tra le due parti. Molti finanzieri stagionati, già avviati nelle loro carriere, stanno riscontrando difficoltà nel capire le nuove tecnologie; al contrario, i giovani geni delle criptovalute sono scettici nei confronti delle regolamentazioni in materia di sicurezza, non avendo il bagaglio necessario per capirne il valore e l'importanza.

A rafforzare questo punto è il fatto che, dal 2017, le criptovalute si stanno dimostrando un megatrend demografico guidato dalle fasce di età più giovani. Secondo l'ultimo Blockchain Capital Crypto Survey (primavera 2020), che ha preso in esame oltre 2.000 adulti statunitensi per misurare il livello di adozione delle crypto nel Paese, le fasce demografiche più giovani rimangono quelle più inclini ad avere una visione positiva su Bitcoin.

Di coloro che sono "fortemente" o "abbastanza" d'accordo che "Bitcoin è un'innovazione positiva nella tecnologia finanziaria", il 60% ha un'età compresa tra i 18 e i 34 anni (una crescita di 12 punti rispetto al sondaggio del 2017), contro appena il 33% di coloro che hanno più di 45 anni. Anche in termini di prospettive per la moneta, i più giovani sono i più positivi: oltre la metà delle persone secondo cui BTC esisterà più a lungo dell'euro è concentrata nella fascia d’età 18-34.

Blockchain Capital, 2020

Le regolamentazioni contano ancora 

Al contrario, i fan delle criptovalute sono spesso quelli che credono meno nelle regolamentazioni nel contesto delle valute digitali e delle Initial Coin Offering (ICO). Non è raro sentire i professionisti FinTech più giovani affermare che le tecnologie finanziarie e le nuove infrastrutture digitali spodesteranno le banche tradizionali senza in realtà conoscere a fondo il funzionamento del sistema finanziario e perché vengano applicate regole tanto severe.
 
La verità è che nella maggior parte dei casi quei meccanismi sono in atto proprio per proteggere gli investitori. Le valute digitali hanno sicuramente ampliato l'accesso e decentralizzato i processi finanziari come mai era accaduto prima d'ora, permettendo nuovi modi di fare profitto e raccogliere fondi senza necessitare la protezione degli investitori. Tuttavia, il fatto che le crypto abbiano favorito molti non significa che siano prive di rischi. Ci sono un sacco di truffatori costantemente in agguato per tendere delle trappole agli utenti meno esperti, ed è per questo che le normative dovrebbero essere viste più come un sistema di salvaguardia, non un impedimento, alla finanza crypto.

La finanza tradizionale non è morta 

Nonostante Bitcoin sia nato come una forma di valuta alternativa, non si troverà a sostituire completamente i sistemi tradizionali, come spesso i sostenitori delle criptovalute sognano e i professionisti della finanza temono. 

Le valute digitali, in realtà, hanno aiutato il sistema finanziario ad evolversi, introducendo una nuova quanto necessaria concorrenza nei servizi bancari digitali e nei pagamenti elettronici, innescando innovazioni e costringendo le istituzioni tradizionali ad alzare il tiro. Allo stesso tempo, non significa però che tutti saremo costretti a usare le criptovalute. Queste saranno ottimali in certe condizioni, mentre il sistema tradizionale sarà ottimale in altre. Per alcune persone continuerà ad essere molto più conveniente avere a che fare con le istituzioni centralizzate rispetto a quelle decentralizzate, basti pensare ai gruppi di età più avanzata, alle comunità prive di risorse e alfabetizzazione digitale o semplicemente agli utenti più pigri. 

Quindi, la parte migliore delle valute digitali è proprio il fatto che stanno dando alle persone opzioni prima inimmaginabili e, almeno nel medio termine, i due sistemi sembrano destinati a coesistere. Lo scenario migliore e più desiderabile sarebbe quello in cui i punti di forza delle criptovalute e quelli della finanza tradizionale rimarranno disponibili per le persone in tutto il mondo, permettendo loro di scegliere come preferiscono comunicare e scambiare valore a livello globale.