Nella giornata di lunedì 8 aprile, TrustToken ha pubblicato i risultati di un audit della sua stablecoin TrueUSD (TUSD). L'audit dimostra che la società possiede una quantità sufficiente di riserve di dollari USA.

Secondo il rapporto, preparato dalla società di contabilità certificata Cohen & Company, in data 31 marzo 2019 il saldo in dollari USA detenuto nei conti deposito di TrustToken era pari a 199.063.885$, mentre il totale di token TUSD emessi e in circolazione era pari a 198.982.291 TUSD.

Nel mese scorso, TrueUSD ha annunciato una nuova partnership con la società di contabilità Armanino, che prevede l'implementazione di una nuova dashboard che consente ai trader di monitorare il saldo dei token TrueUSD e i fondi collateralizzati. Nell'annuncio, viene spiegato che: "Armanino si collega direttamente agli escrow account di terze parti contenenti i dollari statunitensi che garantiscono i token TrueUSD, e gestisce i propri nodi Ethereum per garantire una disponibilità di token TUSD accurata".

Alcune stablecoin - ossia criptovalute ancorate a valute a corso legale, algoritmi o asset fisici per minimizzare la volatilità - sono state accusate di non disporre di riserve sufficienti a coprire i token in circolazione. A marzo, gli sviluppatori della stablecoin Tether (USDT) hanno riportato l'attenzione sul problema: gli utenti dei social media hanno notato che la parte del sito ufficiale che descrive le riserve sulle quali si basa l'altcoin è stata modificata.

La nuova descrizione sostiene che "Ogni tether è sempre coperto al 100% dalle nostre riserve, che comprendono valute tradizionali ed equivalenti al contate e, di volta in volta, possono includere altri asset e crediti derivanti da prestiti effettuati da Tether a terzi, che possono includere entità affiliate". Ciò ha portato alcuni membri della comunità a ritenere che la stablecoin possa essere basata da beni diversi dal dollaro statunitense, cosa che secondo ne comprometterebbe la legittimità.