La Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito, l'autorità di vigilanza che controlla il settore finanziario del Paese, ha pubblicato alcune proposte nell'ambito della sua strategia volta a “promuovere la cultura dell'investimento nel Regno Unito” e ha chiesto aiuto al settore crypto.

Nei documenti di discussione e consultazione pubblicati lunedì, la FCA ha chiesto alle società del settore crypto di fornire un feedback sulle proposte volte ad “ampliare l'accesso dei consumatori agli investimenti” e a modificare le norme relative alla “classificazione dei clienti e ai conflitti di interesse”.

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Fonte: FCA

Il documento di discussione sottolineava che “praticamente tutta la sotto-performance delle app ad alto [coinvolgimento digitale] poteva essere attribuita al trading di criptoasset e [contratti per differenza]”. La proposta evidenziava i potenziali rischi per i consumatori che utilizzano “cryptoasset proxies” senza limiti di investimento, avvertenze o “test di adeguatezza”.

Nel suo documento di consultazione, l’autorità di vigilanza britannica ha proposto:

“Aggiungeremo inoltre una nota esplicativa secondo cui una storia di investimenti personali prevalentemente in prodotti speculativi ad alto rischio, con leva finanziaria o in criptoasset non costituisce di norma un indicatore di capacità professionale, a meno che non vi siano prove solide che il cliente soddisfi la soglia richiesta per essere considerato professionale sulla base di altri fattori rilevanti, inclusa la sua capacità di sostenere potenziali perdite.”

Secondo l'autorità di vigilanza, le modifiche proposte semplificherebbero le linee guida esistenti della FCA e rientrerebbero in una strategia volta a “eliminare alcuni test arbitrari e attribuire alle aziende una maggiore responsabilità nel garantire la correttezza delle operazioni”.

Le società che hanno fornito consulenza ai clienti o venduto asset digitali sono state invitate a rispondere alle raccomandazioni entro febbraio e marzo.

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Progressi lenti ma costanti verso politiche pro-crypto

Il Regno Unito è stato un importante hub per le società di criptovalute che operano al di fuori degli Stati Uniti. Fino alla recente inversione di rotta sulla regolamentazione e sull’enforcement sotto la presidenza di Donald Trump, molti leader del settore consideravano infatti gli Stati Uniti un ambiente normativo incerto.

A dicembre, il governo britannico ha approvato una legge che classifica gli asset digitali come proprietà, offrendo maggiore chiarezza giuridica su criptovalute come Bitcoin (BTC) in casi quali il recupero di beni rubati o le procedure d’insolvenza.

Con un mercato in costante espansione nel Paese, secondo alcune indiscrezioni il governo stava inoltre valutando la possibilità di vietare le donazioni in crypto ai partiti politici