Gli Stati Uniti rappresentano la principale fonte di traffico per gli exchange di criptovalute: lo rivela uno studio recentemente pubblicato dal portale d'informazione The Block.

In particolare, la ricerca svela che ben il 24,5% del traffico diretto verso gli exchange proviene dagli Stati Uniti. Il Giappone si aggiudica la seconda posizione, con il 10% del traffico complessivo, mentre al terzo e al quarto posto troviamo Corea del Sud e Indonesia, che vantano rispettivamente il 6,5% e il 4,5%.

Ciononostante The Block sottolinea che alcuni paesi, come ad esempio la Cina, bloccano l'accesso a queste piattaforme di scambio, costringendo gli utenti di tali regioni a fare affidamento su Virtual Private Network (VPN). I servizi di VPN mascherano l'indirizzo IP dei loro utilizzatori, riducendo la correttezza dello studio.

Il resoconto rivela infine una forte correlazione fra prodotto interno lordo pro capite e traffico diretto verso gli exchange:

"I dati mostrano che i paesi più poveri non effettuano trading di criptovalute tanto quanto quelli più ricchi."

La ricerca condotta da The Block conferma in parte quanto svelato lo scorso mese dalla società di software DataLight, vale a dire che Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud sono i principali utilizzatori di exchange.

Prendendo in esame le visite mensili delle 100 piattaforme di scambio più popolari, 22,2 milioni di utenti provengono infatti dagli Stati Uniti, 6,1 milioni dal Giappone e 5,7 milioni dalla Corea del Sud. L'Italia si aggiudica soltanto la 14° posizione, con 1,5 milioni di visitatori mensili.