La banca centrale del Venezuela sta esaminando la possibilità di tenere nelle proprie casse anche Bitcoin (BTC) ed Ether (ETH): lo rivelano alcune fonti anonime vicine all'istituzione.

Aggirare le sanzioni internazionali

Stando ad un articolo recentemente pubblicato su Bloomberg, pare che la banca centrale del Venezuela abbia preso in considerazione la possibilità di immagazzinare criptovalute.

La compagnia petrolifera statale, la Petroleos de Venezuela SA, ha richiesto alla banca centrale di esaminare la questione dopo aver riscontrato delle difficoltà nel ricevere pagamenti da parte di clienti internazionali, a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro il regime di Nicolás Maduro.

Le fonti anonime sostengono che la Petroleos de Venezuela stia tentando di trasferire Bitcoin ed Ether verso la banca centrale venezuelana, che si occuperà della gestione dei pagamenti da parte degli acquirenti internazionali di petrolio.

Nella speranza di rimediare al proprio isolamento dal sistema economico mondiale, pare che la banca centrale del Venezuela stia anche studiando una nuova proposta di legge, grazie alla quale le criptovalute verrebbero conteggiate nelle riserve internazionali del paese: queste hanno recentemente toccato un minimo trentennale di 7,9 miliardi di dollari.

Installato il primo distributore automatico di criptovalute

Dopo svariati intoppi, questo mese è stato installato in Venezuela, nella città di San Antonio del Táchira, il primo distributore automatico di criptovalute. La macchina, appartenente alla compagnia sudamericana Panda BTM, supporta svariate monete digitali come Bitcoin, Bitcoin Cash (BCH) e DASH, nonché valute tradizionali come peso venezuelani e colombiani.