Un imprenditore francese è stato accusato di aver rubato oltre un milione di euro in Bitcoin (BTC) dai suoi ex colleghi, in quello che si presume essere stato un "atto di vendetta".

In data 22 dicembre, un uomo è stato incriminato da un giudice di Parigi con l'accusa di furto, riciclaggio di denaro e accesso fraudolento a sistemi di elaborazione dei dati: la notizia è stata riportata dal quotidiano locale Le Parisien.

"Lavare l'onta dell'umiliazione"

Il motivo di tale furto — un bottino complessivo di 182 Bitcoin, equivalenti a circa 1,3 milioni di dollari — pare essere legato al desiderio del criminale di "lavare l'onta dell'umiliazione" dovuta al proprio licenziamento.

L'uomo era un dipendente di una start-up francese, fondata nel 2013 con l'obiettivo di diventare un nuovo colosso del mondo della tecnologia. A causa di alcune divergenze relative alle future strategie dell'azienda, il criminale è stato sommariamente espulso assieme a molti altri dirigenti.

Al tempo l'uomo aveva annunciato di voler abbandonare il Paese per perseguire nuovi progetti, ma stava in realtà tramando nell'ombra contro la sua vecchia compagnia. Tra il dicembre del 2018 e il gennaio del 2019, i dirigenti ancora a capo della compagnia — il cui lavoro comporta un utilizzo quotidiano di svariate criptovalute — hanno iniziato a notare una riduzione sospetta dei loro fondi in Bitcoin.

Il criminale, in quanto vecchio impiegato della società, faceva in modo che l'importo di ogni transazione fraudolenta risultasse abbastanza piccolo da non innescare il sistema di sicurezza dell'azienda. Ma è stata proprio questa consapevolezza da insider ad aver fornito un indizio importante agli investigatori, i quali hanno subito ipotizzato che l'autore di tali furti fosse molto probabilmente un vecchio dipendente.

Arrestato il 20 dicembre

In seguito alla denuncia da parte dell'azienda, gli investigatori dell'Unità Crimini Informatici della Gendarmeria (C3N) hanno trascorso svariati mesi a ricostruire i furti. Le indagini sono culminate nel rilascio di un mandato di ricerca per l'indagato e nel suo successivo arresto in data 20 dicembre.

In attesa del processo, le sue chiavi private e i suoi computer sono stati sequestrati, e una parte dei fondi ottenuti illecitamente è stata trasferita all'AGRASC, l'agenzia francese che si occupa della gestione dei beni confiscati durante i procedimenti penali.

La C3N fa uso della blockchain

A novembre, la C3N ha utilizzato i contratti intelligenti distribuiti sulla blockchain di Tezos (XTZ) per convalidare le spese sostenute durante le indagini. Nomadic Labs, il principale centro di ricerca e sviluppo di Tezos, ha spiegato che il sistema impiega "il primo smart contract mai sviluppato da un'autorità pubblica".