In una direttiva pubblicata in data 13 aprile, il Primo Ministro del Vietnam Nguyen Xuan Phuc ha esortato il governo e gli organi finanziari a irrigidire la "gestione di attività legate al Bitcoin ed altre criptovalute", in seguito alle segnalazioni questa settimana di una gigantesca ICO truffa.

"Gli investimenti e le raccolte fondi in criptovalute attraverso Initial Coin Offering si stanno evolvendo in maniera complicata", ha dichiarato il governo, aggiungendo che questi sviluppi rappresentano una minaccia non solo per il mondo della finanza, ma per l'ordine sociale del paese.

Questa settimana il Primo Ministro ha ordinato alla Banca Centrale del Vietnam di avviare misure restrittive nei confronti dei servizi finanziari legati alle criptovalute, esortando poi il Ministero di Giustizia a completare la struttura normativa per la regolamentazione del denaro e degli asset virtuali.

La mossa repressiva arriva in seguito a numerose segnalazioni riguardo a quella che potrebbe essere la più grande truffa con criptovalute della storia: pare infatti che la compagnia Modern Tech abbia ottenuto da 32.000 investitori la bellezza di 15 bilioni di Đồng (658 milioni di Dollari) grazie alla vendita di Ifan e Pincoin, due token ERC-20.

Il mancato pagamento da parte dell'azienda ha generato in data 8 aprile una manifestazione fuori dagli uffici di Modern Tech, a Ho Chi Minh City. Stando a quanto riportato da Reuters, il direttore della compagnia Ho Xuan Van ha spento il proprio telefono tre giorni più tardi.

Le Dong Phong, commissario della polizia di Ho Chin Minh City, ha dichiarato che le autorità attenderanno le denunce ufficiali da parte delle vittime prima di dare inizio alle indagini. "Tutte le criptovalute e le transazioni in criptovalute sono illegali in Vietnam", ha sottolineato.