Secondo Vitalik Buterin, celebre cofondatore di Ethereum (ETH), la comunità delle criptovalute dovrebbe abbandonare l'individualismo che ha caratterizzato i primi anni del settore, ma al contrario sfruttare le tecnologie decentralizzate per dare vita a sistemi nuovi, innovativi ed equi, che possano avere un forte impatto sociale.

Questi commenti sono stati rilasciati durante la conferenza RadicalxChange, tenutasi in data 24 marzo a Detroit, nel Michigan. All'evento ha anche partecipato l'economista Glen Weyl, autore del libro "Radical Markets".

Nel proprio discorso, Buterin ha affermato che sviluppatori e promotori di criptovalute dovrebbero rinunciare al feroce individualismo che caratterizza il movimento cypherpunk, nonché riporre meno attenzione sull'eccessivo incremento di autonomia e privacy.

Il denaro, spiega Buterin, è per sua natura profondamente sociale: criptovalute e blockchain hanno il potenziale di rivoluzionare amministrazione pubblica, formalizzazione dell'identità e campagne di raccolta fondi. L'uomo considera infatti i registri distribuiti, e più in generale l'utilizzo astuto e creativo di nuove tecnologie, una maniera concreta per promuovere nella politica il concetto di decentralizzazione.

Il Bitcoin, ha concluso Buterin, rappresenta un importante movimento collettivo contro l'egemonia dello Stato e delle banche centrali. Le piattaforme che consentono l'utilizzo di contratti intelligenti, come Ethereum, possono aiutare a concretizzare l'originale impulso rivoluzionario.

È stato proprio questo spirito rivoluzionario a portare alla nascita delle criptovalute. Ricordiamo che nel 2009 Satoshi Nakamoto, l'anonimo creatore del Bitcoin la cui identità potrebbe essere quella di una singola persona o di un gruppo di persone, allegò al blocco genesi della moneta un titolo del Times relativo alla crisi bancaria del Regno Unito.