Layer1 Technologies, società di mining con sede in Texas, è riuscita a vendere la sua elettricità in eccesso a otto volte il prezzo di produzione.

Secondo un articolo pubblicato questa settimana da Bloomberg, pare che Layer1 abbia generato un profitto del 700% vendendo l'elettricità in eccesso generata dalle sue "Batterie Bitcoin", vale a dire sistemi per l'accumulo di energia su larga scala adoperati nelle crypto farm dell'azienda.

Quando in Texas la domanda energetica è molto alta a causa dei condizionatori, dato che in estate le temperature nella regione superano regolarmente in 37 gradi, Layer1 riduce o persino interrompe il mining di Bitcoin (BTC) per vendere la propria energia in maniera diretta tramite la rete elettrica. Il calore estivo, unito alle prestazioni deludenti dei parchi eolici, ha permesso all'azienda di ottenere un profitto del 700%: il costo dell'energia nell'area ha superato i 200$ per megawattora.

"Veniamo pagati per produrre Bitcoin", ha commentato Alexander Liegl, cofondatore e CEO di Layer1. Già a febbraio di quest'anno Liegl aveva annunciato che, durante i mesi estivi, la compagnia si sarebbe focalizzata sulla vendita diretta di elettricità piuttosto che sul mining di criptovalute. Le macchine per il mining di Layer1 non vengono raffreddate ad aria, ma sospese all'interno di un liquido non conduttivo.

Il piano di Layer1 è quello di tornare negli Stati Uniti il 30% dell'hash rate complessivo di Bitcoin entro il 2022. A maggio di quest'anno il Centre for Alternative Finance della Cambridge University ha lanciato la Bitcoin Mining Map, un servizio che mostra l'hash rate prodotto in media ogni mese da ogni nazione del mondo: il 65% della potenza di calcolo proviene dalla Cina. Seguono Stati Uniti (7,24%), Russia (6,90%), Kazakistan (6,17%), Malesia 4,33% e Iran (3,82%).

Liegl ha svelato di Layer1 installerà 50 nuovi container vicino alla città di Midland, sempre in Texas, in grado di produrre 100 megawatt di elettricità e di estrarre 27 BTC al giorno.

Ad agosto, il cypherpunk Jameson Lopp ha previsto che il dominio cinese nel settore del mining di Bitcoin non durerà a lungo, in quanto molti altri Paesi si stanno avvicinando a tale attività. Ad esempio, l'Iran ha approvato una strategia nazionale per il mining di criptovalute, a fronte del costo contenuto della corrente elettrica nella regione.