Una pandemia globale, enormi proteste mondiali, l'automazione del lavoro, le questioni ambientali e le tensioni geopolitiche sono solo alcune delle sfide che l'umanità deve affrontare oggi. In mezzo al caos, le istituzioni globali e i burocrati hanno discusso apertamente del presente come un'opportunità per modificare radicalmente il mondo.  Il piano è stato chiamato il "Grande Reset", e rappresenta un'iniziativa radicale dei leader mondiali (molti dei quali non sono stati eletti) per trasformare l'economia globale.

Il World Economic Forum, ad esempio, sostiene che ci sia "urgente bisogno" che gli "stakeholder globali" gestiscano le conseguenze dirette di quello che il Fondo Monetario Internazionale ha chiamato il “Grande Lockdown,” riferendosi alle quarantene e alle pratiche di distanziamento sociale attuate per contenere la pandemia. In un incontro del WEF all'inizio di giugno, i più potenti leader economici, funzionari governativi e attivisti del mondo hanno annunciato per la prima volta la proposta di resettare l'economia globale all'indomani del blocco causato dal COVID-19.

Il WEF vede una "finestra unica di opportunità per dare forma alla ripresa". Il Grande Reset plasmerà "lo stato futuro delle relazioni globali, la direzione delle economie nazionali, le priorità delle società, la natura dei modelli di business e la gestione dei beni comuni globali". In breve, il Grande Reset rappresenta un nuovo contratto sociale per il mondo. Il WEF ha dichiarato: 

“Le incoerenze, le inadeguatezze e le contraddizioni di molteplici sistemi, da quello sanitario e finanziario fino a quello energetico e dell'istruzione, sono più evidenti che mai.”

Su The Hill, Justin Haskins ha definito il Grande Reset "il piano più ambizioso e radicale che il mondo abbia visto in più di una generazione". Anche la monarchia britannica ha espresso la propria opinione a riguardo. Il Principe Carlo, infatti, ha dichiarato:

“Abbiamo un'opportunità d'oro per ottenere qualcosa di buono da questa crisi: le sue conseguenze senza precedenti potrebbero rendere le persone più ricettive alle grandi visioni di cambiamento. È un'opportunità che non abbiamo mai avuto prima e che forse non avremo mai più”

Molti dettagli del Grande Reset non saranno resi noti fino a quando il WEF non si riunirà a Davos, in Svizzera, nel gennaio 2021. È chiaro, tuttavia, che i leader mondiali hanno grandi progetti per un nuovo ordine mondiale e, contrariamente ai principi fondanti del Bitcoin (BTC) e delle crypto, la centralizzazione sembra esserne una parte importante.

Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, ha scritto Klaus Schwab in un articolo pubblicato sul sito del WEF:

“Ogni Paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare, e ogni industria, da petrolio e gas fino alla tecnologia, deve essere trasformata. In breve, abbiamo bisogno di un 'Grande Reset' del capitalismo.”

Schwab ha detto che "tutti gli aspetti delle nostre società e delle nostre economie, dall'istruzione ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro" devono essere "rinnovati".

Anche il settore crypto ha pianificato il proprio "Grande Reset", basandosi sulla decentralizzazione. Mentre i governi globali vorrebbero mettere il mondo su un registro distribuito per digitalizzare la finanza di modo da avere più controllo, ci sono persone molto intelligenti su questo pianeta che la pensano in maniera differente. Noi del mondo crypto, per esempio, vogliamo mettere tutto su una blockchain. Invece dei sistemi di credito sociale e delle monete fiat centralizzate, vogliamo che ogni individuo abbia il controllo del proprio denaro, che sia meno dipendente dalle banche e che possa autonomamente definire cosa sia il vero denaro ed il vero valore.

Il Grande Reset sarà uno sconvolgimento rivoluzionario. Creerà molte difficoltà ma anche opportunità per le aziende che riprodurranno prodotti finanziari in modo decentralizzato su blockchain, e per gli individui, che non dovranno più fare affidamento sul sistema finanziario tradizionale.

Mentre viviamo una rivoluzione digitale e tecnologica, accelerata dal Grande Lockdown, noi come settore non possiamo sottovalutare le implicazioni di una crisi appena iniziata. Ora dobbiamo cambiare mentalità per testimoniare adeguatamente il Grande Reset e trasformarlo in un "Grande Risveglio". È così che ne potremo uscire più forti.

Dovremo riconsiderare tutto, compresi i soldi. Dobbiamo porci domande come: Cos'è questa astrazione che chiamiamo denaro? Come industria, per esempio, dovremo porre meno enfasi sul prezzo. Dovremo smettere di celebrare lo sviluppo delle valute digitali delle banche centrali come una vittoria per le criptovalute. Bisogna chiarire che le CBDC non sono crypto, sono più simili alle carte di credito.

Satoshi Nakamoto aveva intuito in anticipo una rivoluzione economica come il Grande Reset, ed infatti scrisse questa frase ormai diventata famosa nel blocco genesi della blockchain di Bitcoin: "The Times 03/Jan/2009 il Cancelliere sta per salvare di nuovo le banche." La crisi finanziaria del 2008 e i conseguenti bailout delle banche "troppo grandi per fallire" lo avevano ispirato a costruire una forma di denaro open-source e peer-to-peer.

Satoshi, difatti, scrisse:

“Il problema alla radice delle monete convenzionali è la fiducia necessaria per farle funzionare. [...] Bisogna fidarsi che la banca centrale non svaluti la moneta, ma la storia delle monete fiat è piena di occasioni in cui tale fiducia è stata tradita.

Crediamo che le banche detengano il nostro denaro e lo trasferiscano elettronicamente, ma in realtà lo prestano in ondate di bolle di credito con appena una frazione di riserva. Dobbiamo affidare a loro la nostra privacy, fidarci che non permettano a dei ladri di prosciugare i nostri conti”

Mentre i leader mondiali annunciano apertamente il Grande Reset, implorando il mondo di credere alla loro visione, dipingono il quadro di un mondo futuro più centralizzato. Al contrario, Satoshi ha sottolineato l'importanza della decentralizzazione: 

“Molte persone liquidano automaticamente la moneta elettronica come una causa persa a causa di tutte le aziende che sono fallite dagli anni '90 in poi. [...] Spero che sia ovvio che è stata solo la natura centralizzata di quei sistemi a condannarle. Penso che questa sia la prima volta che proviamo un sistema decentralizzato, non basato sulla fiducia”.

Satoshi credeva che le soluzioni peer-to-peer e il decentramento restituissero alle persone la loro libertà. Pensava che il decentramento fosse una risposta plausibile alla centralizzazione e ai monopoli:

"[...] Non troverete nella crittografia una soluzione ai problemi politici, ma possiamo vincere una grande battaglia e conquistare un nuovo spazio di libertà per diversi anni. I governi sono bravi a tagliare la testa alle reti centralizzate come Napster, ma le reti P2P pure come Gnutella e Tor sembrano tenere duro".

Per quanti anni possiamo mantenere questo "nuovo spazio di libertà" dipende interamente dall’efficacia con cui il settore delle crypto si adatterà al Grande Reset. Le persone hanno appena iniziato a perdere i loro mezzi di sussistenza, le loro imprese, il loro lavoro e così via, come risultato della "peggiore recessione economica dai tempi della Grande Depressione".

Abbiamo visto un aumento della digitalizzazione nel 2020: dall'intelligenza artificiale alla blockchain ai registri distribuiti, il Grande Reset non farà che accelerare questa tendenza, considerato che il Grande Lockdown ha accelerato tendenze simili. Mentre le banche centrali creano le proprie valute digitali, anche il mondo crypto sta costruendo la propria economia digitale.

Dopo che PC World pubblicò un articolo che commentava l'adozione di Bitcoin da parte di WikiLeaks per aggirare il blocco finanziario imposto contro l'organizzazione dei whistleblower, Satoshi scrisse: 

“Sarebbe stato bello ottenere questa attenzione in qualsiasi altro contesto. WikiLeaks ha dato un calcio a un nido di vespe, e lo sciame ora si dirige verso di noi”

Il Grande Reset potrebbe risolversi in una lotta tra le CBDC dei governi e le criptovalute del popolo. Centralizzazione contro decentralizzazione.

I punti di vista e le opinioni qui espressi sono esclusivamente dell’autore e non riflettono o rappresentano necessariamente i punti di vista e le opinioni di Cointelegraph.

Raoul Milhado è un imprenditore con profonde radici nel settore crypto e blockchain sin dal 2015. In qualità di CEO di Elitium.io, negli ultimi 10 anni ha costruito imprese ed ha lavorato duramente per creare un brand che ponga le fondamenta per sfruttare la crescita inarrestabile delle crypto introducendo nuove forme d'investimento, per permettere ai propri clienti di vivere una vita di lussi che non avrebbero mai ritenuto possibile. Sta lavorando attivamente per far sì che la nuova economia digitale possa aiutare gli altri a vivere una vita di indipendenza, valore e crescita.