Per molte persone coinvolte nel settore crypto internazionale, l’idea di sprecare preziosi token Ether su progetti blockchain con nomi divertenti in attesa di incredibili profitti sembra ora un lontano e ridicolo ricordo.
Non c’è dubbio che quello che abbiamo vissuto con la mania delle Initial Coin Offering (ICO) del 2017-2018 sia stato un fenomeno irripetibile nell’arco di una generazione, le cui cupe conseguenze vivranno forse più a lungo nella memoria rispetto all’euforia del dicembre 2017.
Col senno di poi, non si può fare a meno di chiedersi come hanno potuto gli investitori essere così ingenui da credere in tutte le dichiarazioni altisonanti secondo cui le blockchain sarebbero riuscite a risolvere ogni problema immaginabile nel mondo, o come potevano credere di riuscire ad approfittare per primi del listing di un token ICO e ricavare profitti con un tempismo perfetto.
Mentre il settore crypto in occidente sembra essere maturato da quei giorni selvaggi, con una crescente attenzione sulle istituzioni e sui prodotti di trading innovativi, il panorama in Cina resta ben diverso.
Nonostante le lezioni apprese dal 2017-2018 e la crescente sofisticazione tra gli investitori retail, ancora oggi numerosi schemi Ponzi, MLM e pump-and-dump legati alle crypto sono ancora vivi e vegeti in Cina. Anche per un osservatore esperto della scena crypto cinese, che ha assistito alla ricorrenza di questi temi, questo scenario appare sconcertante. Considerando la portata di alcune incredibili exit scam cinesi come PlusToken, Wotoken e il caso Fcoin, non si può fare a meno di chiedersi: quando imparerà la gente?
Truffe in abbondanza
Matthew Graham, il CEO della società pechinese Sino Global Capital, decifra regolarmente la scena crypto cinese per gli utenti Twitter occidentali:
“Anche se la situazione è leggermente migliorata, è un peccato che le truffe e le Ponzi siano ancora un tratto comune dell’ecosistema crypto cinese. Molti di questi schemi hanno una natura regionale, sono associati a veterani dei settori di prestiti P2P e MLM cinesi e presentano personalità comuni. Le truffe più grandi come PlusToken fanno notizia a livello internazionale, ma ci sono molti altri esempi che passano inosservati.
Per esempio, una presunta truffa chiamata V-Dimension (o VDS) sosteneva di aiutare gli utenti a creare ‘flussi di reddito passivo.’ VDS si è proposta sul mercato con un tema legato a ‘V per Vendetta’, completo di maschere, colonna sonora e frasi prese dal film. Restando in linea con il tema, gli ‘investitori’ dovevano usare la rete Tor per accedere al white paper del progetto. Questo progetto VDS è persino quotato su un exchange cinese abbastanza popolare, ma non occorre dire che non ha avuto buone prestazioni.”
L’opinione di Graham è supportata da altri che conoscono bene la scena crypto in Cina. Mr. Z, un ex speculatore in crypto di Shanghai che ha chiesto di rimanere anonimo, ha spiegato:
"In Cina, vediamo spesso due tipi principali di truffe: gli schemi MLM illegali come PlusToken e le ICO pump-and-dump dannose che producono buona parte dei token sconosciuti in circolazione.
Oggi la situazione è già molto migliorata rispetto a un paio d’anni fa, ci sono molte meno ICO ed è sempre più difficile fare soldi per i team di progetti che emettono token. Anche se si trovano ancora investitori retail interessati che sperano di fare soldi facili, il numero è comunque più basso rispetto al 2018."
ICO fraudolente e "erba cipollina"
In Cina, gli investitori retail che perdono denaro in seguito a speculazione mal riposta o exit scam di truffe MLM/P2P sono noti con il termine peggiorativo di “porro/erba cipollina” (韭菜); quando i truffatori scaricano i propri token senza valore su questi speculatori, l’atto è conosciuto come “tagliare l’erba cipollina” (割韭菜).
Questa terminologia deriva dal fatto che quando tagli la punta di un filo di erba cipollina, questa ricresce in poco tempo; proprio come l’onda dopo onda di speculatori retail spinti da avidità e disperazione.
Mr. Z ha affermato che, negli ultimi anni, gli investitori cinesi sono divenuti meno ingenui:
“La nuova erba cipollina nelle crypto ora è sempre più difficile da trovare, e molte delle persone che oggi continuano a comprare nelle ICO sono in realtà vecchia ‘erba cipollina’ che ha guadagnato o perso soldi in passato e spera ancora di trovare un’altra opportunità redditizia.
Nel frattempo, molti dei nuovi schemi MLM si sono spostati nelle città di terzo o quarto livello, prendendo di mira persone sopra i quaranta con risparmi, che capiscono molto poco della tecnologia blockchain o dei mercati finanziari, ma sono comunque inclini a farsi convincere dalle promesse di rendimenti rapidi e garantiti. Solitamente questo tipo di ‘erba cipollina’ sparge la voce con amici e parenti, per portare altre persone a bordo.”
Le informazioni ricevute da Graham e Mr. Z, combinate con le mie esperienze personali, forniscono un quadro più chiaro della realtà nella scena crypto cinese. La Cina è un grande Paese con divari regionali significativi: non solo per quanto riguarda cultura, cucina e abitudini, ma anche per la diffusione di informazioni. La natura guerrigliera e mossa da secondi fini del contesto dei media crypto cinesi rende quasi impossibile per molti investitori retail distinguere le informazioni valide da quelle false. I gruppi degli influencer e quelli basati su WeChat sono molto diffusi, non molto diversi dalle organizzazioni e dai gruppi di trading a pagamento che abbondavano in occidente durante il picco della bolla delle ICO.
Qualche tempo fa, un’intervista anonima (in cinese) sui meccanismi interni dei market maker delle ICO cinesi ha fatto luce sull’attività fino ad allora poco nota al pubblico; ma l’intervista è stata rapidamente rimossa da molte pubblicazioni legate al mondo delle crypto. La mancanza di un’informazione oggettiva, associata all’avidità umana innata e l’appetito per la speculazione tipica della cultura, sembrano coniugarsi perfettamente per allungare la longevità dei progetti crypto loschi in Cina.
Perché le ICO rimangono popolari in Cina
Ma cosa c’è esattamente di così innato in Cina da provocare questo insaziabile appetito per la speculazione? Per ottenere un’immagine più chiara, mi sono rivolto a Nick Niu, che si occupa dello sviluppo commerciale in Cina per Blockstream. Niu è un cittadino cinese con un’educazione occidentale, che per anni ha investito sia in strumenti finanziari tradizionali che in asset crypto.
Niu ha spiegato:
"Prima di tutto, gli investitori retail cinesi non hanno un enorme appetito solo per la speculazione sulle crypto, ma su ogni sorta di asset. Più precisamente, ogni sorta di asset che potrebbe avere un potenziale di rendimento asimmetricamente elevato. Dai primi giorni della moda delle A-shares, allo speculare sul tè Pu’er, alle zie cinesi che speculano su oro, beni immobiliari e prestiti P2P, fino ad arrivare a ciò di cui stiamo parlando ora, le crypto.
Ma dobbiamo tener conto che questo tipo di comportamento non è presente solo in Cina - l’abbiamo già visto negli anni ‘90 nei Paesi europei in via di sviluppo e ora in Cina e nelle nazioni del Sudest asiatico. Semplicemente appare particolarmente estremo in Cina perché ha una popolazione enorme e un sacco di capitale, quindi tutto viene amplificato."
Niu continua:
"Ci sono molti fattori che contribuiscono a questa sorta di estrema speculazione da parte del pubblico retail in Cina, e personalmente ne ho in mente alcuni.
- Il popolo cinese tende a risparmiare a un tasso più conservativo rispetto alle controparti occidentali (il tasso di risparmio nazionale è del 47%, secondo questo rapporto, mentre solo due Paesi occidentali, Irlanda e Svizzera, entrano nella top 10), suggerendo che i cittadini cinesi potrebbero avere più capitale con cui speculare. Generalmente, i cinesi preferiscono risparmiare denaro per poi investirlo e guadagnarne altro.
- Anche se il tasso di risparmio in Cina è alto rispetto agli standard globali, lo stipendio medio non lo è. Questo significa che, pur lavorando duramente per mettere soldi da parte, la maggior parte della gente non è ricca secondo standard più ampi, e questo porta molti a voler disperatamente diventare ricchi. Quando il desiderio di passare dalle stalle alle stelle è così forte, è più probabile che le persone partecipino a investimenti ad alto rischio e alto rendimento.
- Gran parte degli investitori retail in Cina è poco istruita per quanto riguarda i mercati finanziari, e la maggioranza non passerebbe mai un test standardizzato da investitore qualificato. Questo significa che spesso non sono in grado di gestire correttamente il rischio, soprattutto di fronte a ciò che potrebbe apparire come un’opportunità molto redditizia.
- I mercati finanziari in Cina non hanno ancora raggiunto il livello di maturità e sofisticazione che possiamo osservare negli USA e in Europa, e in alcuni casi le leggi per la tutela degli investimenti e le misure di protezione per gli investitori sono ancora assenti."
Le informazioni di Niu dipingono un quadro chiaro dei fattori interni ed esterni che influenzano i comportamenti di molti speculatori retail cinesi. Questo scenario può essere verificato attraverso una rapida visita a gruppi crypto cinesi e account su social media: il livello generale di conoscenza e interesse per la concreta tecnologia blockchain e l’ideologia della decentralizzazione è piuttosto basso tra gli speculatori retail. In fin dei conti, quando si tratta di crypto gli incentivi sono chiari: è tutta una questione di speculazione e profitti, non tanto diverso dal resto del mondo.
Dove sono i cypherpunk e gli HODLer?
Nella scena crypto occidentale, molti investitori conoscono i nomi di cypherpunk o geni programmatori in prima fila nel movimento per la decentralizzazione. Persone con una visione o un’attitudine tecnica che rappresentano le voci esperte del settore, come Adam Back, Nick Szabo, Andreas Antonopoulos e così via. Un’occhiata a “Crypto Twitter” rivelerà inoltre sciami di appassionati crypto molto ideologici, che siano “Bitcoin Maximalist,” “ETH Head” o “XRP Army.”
Quindi dove sono gli evangelisti, le personalità prominenti nella scena crypto cinese? Dove sono gli HODLer? In un recente tweet, Graham ha chiesto a Crypto Twitter se qualcuno conoscesse i nomi di qualche “OG” cinese di Bitcoin, e a quanto pare sono poche le persone nel campo delle crypto in occidente ad aver sentito parlare di Li Xiaolai e Chandler Guo.
Anche se questi OG cinesi non arrivano da radici cypherpunk per aver sviluppato versioni precedenti di monete elettroniche peer-to-peer, di certo hanno origini e storie molto interessanti. Graham spiega:
“Sotto molti aspetti le crypto sono una predisposizione naturale per la Cina. È una tecnologia rivoluzionaria accessibile a chi risiede al di fuori delle strutture di potere tradizionali, si presta a imprenditorialità e personalità estreme e ha un grande bisogno di elettricità a bassi prezzi. Di conseguenza, ha attirato molti e vari imprenditori cinesi.
Jihan Wu era un laureato della prestigiosa Università di Pechino prima di fondare Bitmain con Micree Zhan. Li Xiaolai era un insegnante e scrittore carismatico che almeno a un certo punto era considerato il più grande detentore di Bitcoin della Cina continentale. Chandler Guo era un venditore di carne che ora vive in una tenuta da 1000 metri quadrati in California che chiama 'Dimora dell'Erba Cipollina', da un termine slang associato agli investitori retail che perdono denaro. Leon Li di Huobi era un laureato dell’Università di Tsinghua e un ingegnere informatico presso Oracle.”
Scavando negli archivi più antichi della scena crypto cinese, diventa piuttosto chiaro che molti di questi OG cinesi erano davvero evangelisti per la decentralizzazione o imprenditori visionari, ma da tempo hanno abbandonato i riflettori, probabilmente per una buona ragione. Dopo questa generazione di appassionati, tuttavia, sembra che l’attenzione generale tra gli utenti crypto cinesi si sia focalizzata sul pragmatismo e la speculazione a breve termine piuttosto che sull’ideologia libertaria o la visione a lungo termine per una tecnologia o un prodotto.
Lixin Liu, Bitcoiner di lunga data e Head of Hardware per Cobo Wallet, ha commentato:
“Alla gente in Cina piace di più fare trading, e qui poche persone fanno HODLing, come possiamo vedere anche dai numeri delle vendite del nostro hardware wallet. Le vendite di hardware wallet in Cina sono più o meno equivalenti a quelle in Australia, che ha una popolazione molto inferiore.”
Nick Niu aggiunge dalla sua prospettiva personale:
“Nei primi giorni c’erano molti appassionati di crypto in Cina, libertari e sostenitori irriducibili della tecnologia e della decentralizzazione, e ancora oggi ci capita di rimpiangere quei tempi. Purtroppo, col tempo, con tutte le ICO e le persone diventate ricche o truffate, molti si sono stancati del settore nel suo complesso. Personalmente sono ancora un sostenitore di Bitcoin e della decentralizzazione, e faccio ancora HODLing di Bitcoin. Dovremmo tuttavia concentriamoci sulla nostra capacità personale prima di creare alte aspettative di individui che cambiano il mondo.”
Forse l’apparentemente speculazione sfrenata sulle crypto in Cina non è così scioccante dopo tutto. In fondo, è forse ragionevole aspettarsi che le persone cambino il mondo prima di cambiare le loro circostanze personali?
Hope Freiheit è un sostenitore di libertà e decentralizzazione, che promuove una migliore forma di denaro e proprietà reale per la gente. Con un background nel settore biotech e nell’avvio di startup, seguito da esperienze di lavoro nei primi crypto exchange cinesi, è un attento osservatore di tutto ciò che riguarda Bitcoin, le scienze e i trend socioeconomici. Vive in Asia e ama la cucina etnica e il Manchester United.