La guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina è iniziata nel gennaio del 2018. Quando nel luglio dello stesso anno vennero imposte tariffe addizionali alle merci provenienti dalla Cina, il prezzo di Bitcoin (BTC) è diminuito del 31%: da 8.487$ a circa 6.000$.

Pare che Stati Uniti e Cina siano ora sull'orlo di una nuova guerra commerciale: le due nazioni si stanno dando battaglia per identificare la reale origine del coronavirus.

L'epidemia non è stata un incidente?

In base all'accordo siglato a gennaio di quest'anno, Pechino si impegnerà ad acquistare beni e servizi provenienti dagli Stati Uniti per un valore di 200 miliardi di dollari. Al tempo stesso, Washington dovrà ridurre le tariffe sui beni di origine cinese.

L'epidemia di COVID-19 e la conseguente paralisi delle catene di distribuzione internazionali ha tuttavia ostacolato tale piano. Nelle sue ultime dichiarazioni, Donald Trump ha persino insinuato che la Cina ha lasciato che il virus si diffondesse proprio per intralciare l'accordo per loro sfavorevole:

"La Cina mi ha molto deluso. Non avrebbero mai dovuto lasciare che ciò accadesse. Ho fatto un ottimo affare, ma ora non è più la stessa cosa...

L'inchiostro si era appena asciugato quando è arrivata l'epidemia. Non è più la stessa cosa. [...]

Abbiamo molte informazioni, e non sono buone. Che derivi da un laboratorio o da pipistrelli, proviene comunque dalla Cina e loro avrebbero dovuto fermarlo. Avrebbero potuto fermarlo alla fonte, ma ne hanno perso il controllo."

Questo mese Mike Pompeo, Segretario di Stato degli Stati Uniti, ha dichiarato di essere in possesso di prove che dimostrano la reale provenienza del virus: un laboratorio situato a Wuhan. Ad aprile l'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva invece sottolineato che il virus non è stato modificato dall'uomo, ma si è formato naturalmente all'interno di pipistrelli.

Una nuova guerra commerciale fra le due nazioni potrebbe pertanto causare una notevole contrazione del prezzo di Bitcoin, dato che la Cina rappresenta una fetta considerevole del mercato di Tether (USDT).

La Cina è il principale mercato di Tether

Stando a un resoconto pubblicato a metà 2019 da Diar, nel secondo trimestre dello scorso anno la Cina ha rappresentato il 62% dell'intero afflusso on-chain di Tether.

In particolare, Diar aveva dichiarato:

"I dati forniti a Diar dalla società di analisi delle blockchain Chainalysis evidenzia la portata della domanda di Tether in Cina, con oltre 16 miliardi di dollari ricevuti dagli exchange operanti in quel mercato nel 2018.

Quest'anno [prima metà del 2019, quando venne pubblicato il resoconto] è già stata superata l'incredibile cifra di 10 miliardi di dollari, ponendo le basi per l'anno più grande di sempre."

Mercato di Tether: quote cinesi, statunitensi e globali a confronto

Mercato di Tether: quote cinesi, statunitensi e globali a confronto. Fonte: Diar

Nonostante il trading di criptovalute nella regione sia tecnicamente illegale, gli investitori cinesi rappresentano una grossa percentuale dell'intero mercato di Bitcoin.

E se l'afflusso di capitale verso la Cina dovesse rallentare a causa di pressioni sempre maggiori da parte degli Stati Uniti, il desiderio degli investitori di puntare su asset ad alto rischio come titoli azionari e Bitcoin potrebbe diminuire.

In effetti, i dati storici suggeriscono che le tensioni geopolitiche tendono ad avere un effetto fortemente negativo sul prezzo di Bitcoin.

Grafico del prezzo di Bitcoin: in evidenza quando gli Stati Uniti introdussero le tariffe sui prodotti cinesi

Grafico del prezzo di Bitcoin: in evidenza quando gli Stati Uniti introdussero le tariffe sui prodotti cinesi. Fonte: Tradingview

La domanda istituzionale potrebbe diminuire anche in America

La potenziale rottura dell'attuale accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina potrebbe anche danneggiare il mercato azionario americano.

E una correzione della borsa statunitense, causata da un'improvvisa ripresa del conflitto fra Stati Uniti e Cina e dalla conseguente bancarotta di piccole e medie imprese che non possono più acquistare materiali e prodotti a basso costo dall'Oriente, potrebbe spaventare gli investitori istituzionali, che cercherebbero rifugio in asset di gran lunga meno rischiosi di Bitcoin.