Durante un'intervista con CNBC tenutasi in data 12 aprile, il chief market strategist della Ripple Foundation Corey Johnson ha dichiarato che XRP non è una security.

Le parole di Johnson miravano a dissipare ogni speculazione riguardo al perché XRP non sia ancora stata aggiunta all'exchange di criptovalute Coinbase. "Non siamo assolutamente una security", ha spiegato l'uomo. "Non soddisfiamo i requisiti di una security, secondo la storia della legge giudiziaria".

In passato Coinbase e Ripple hanno discusso riguardo alla possibilità di aggiungere la criptovaluta XRP all'exchange, ma pare che l'argomento sullo stato della moneta secondo gli enti di regolamentazione non sia mai stato affrontato:

“Coinbase non si è mai posta il problema se XRP fosse o meno una security durante la nostra discussione. Siamo chiari al 100%, non è una security. Non soddisfiamo i requisiti."

La classificazione di beni digitali come security, proprietà o valuta risulta particolarmente complessa negli Stati Uniti, in quanto il governo deve ancora sviluppare una struttura normativa chiara sulla questione. Durante una recente intervista con Cointelegraph, il CEO di Ripple Brad Garlinghouse ha spiegato di aver sempre cercato di lavorare con i governi:

“Sin dall'inizio cercavamo modi di collaborare con i governi, di lavorare con le banche. Molti membri della comunità delle criptovalute pensano invece 'come distruggeremo i governi? Come aggireremo le banche?'. Quel che ci contraddistingue è la consapevolezza che i governi non spariranno, non prima che io muoia almeno. Non penso proprio che accadrà."

Nella giornata di ieri, Ripple ha rivelato di aver investito 25 milioni di dollari in XRP sul fondo di rischio Blockchain Capital Parallel IV LP. L'azienda spera che tale investimento possa offrire "l'opportunità di esaminare nuovi casi d'utilizzo per XRP Ledger e Interledger Protocol".