Oltre un quarto della popolazione sudcoreana di età compresa tra i 20 e i 50 anni possiede asset digitali: gli investimenti in criptovalute costituiscono il 14% del loro portfolio finanziario. A rivelarlo è un recente report pubblicato dall’Hana Institute of Finance.
Lo studio, intitolato "Trend d’investimento in asset virtuali della Generazione 2050", evidenzia come l’interesse per le criptovalute sia diffuso in tutte le fasce d’età. A guidare la classifica sono i quarantenni (31%), seguiti dai trentenni (28%) e dai cinquantenni (25%).
Tra gli intervistati over 50, il 78% utilizza le criptovalute come strumento di accumulo di capitale, mentre il 53% le considera parte della propria strategia pensionistica. Sempre più persone citano crescita potenziale, diversificazione e piani di risparmio strutturati come motivazioni principali per investire in tali asset.
Inoltre, il 70% dei partecipanti si è detto interessato ad aumentare i propri investimenti in criptovalute in futuro. Il 42% investirebbe di più se le istituzioni finanziarie tradizionali avessero un ruolo più attivo in questo mercato, mentre il 35% ritiene che una maggiore tutela legale sia essenziale per rafforzare la fiducia.
Gli investitori coreani acquistano regolarmente criptovalute
Le modalità di investimento stanno maturando. La percentuale di investitori che effettua acquisti regolari è passata dal 10% al 34%, mentre il trading a medio termine è cresciuto dal 26% al 47%. Al contrario, il trading a breve termine ha registrato un lieve calo.
Anche l’approccio alla ricerca di informazioni sta cambiando. Secondo il rapporto vi è una minore dipendenza dal passaparola, mentre è aumentato l’uso di strumenti più affidabili come exchange e piattaforme di analisi.
Bitcoin (BTC) resta l’asset preferito, presente nel portafoglio di sei investitori su dieci. Tuttavia, con l’aumentare dell’esperienza, molti diversificano verso altcoin e stablecoin. NFT e security token rimangono invece asset di nicchia: nove investitori su dieci si concentrano esclusivamente sulle coin.
"Le attività virtuali svolgono un ruolo sempre più importante nei portafogli degli investitori", ha dichiarato Yoon Sun-young, ricercatore dell’Hana Financial Research Institute. "C’è grande attesa per una maggiore istituzionalizzazione e un ruolo più attivo del settore finanziario tradizionale."
Un punto critico evidenziato dal report è la limitazione che impedisce di collegare più conti bancari agli exchange. Sette investitori su dieci hanno affermato che privilegerebbero la propria banca principale se questa regola venisse allentata.
Infine, la volatilità del mercato resta la principale preoccupazione (56%), mentre i timori legati a frodi o exchange sono più marcati tra chi esita a investire ulteriormente.
La gente è disperata
La scorsa settimana, durante la German Blockchain Week, Eli Ilha Yune, Chief Product Officer di Anzaetek, ha affermato che il crescente interesse per le criptovalute in Corea del Sud non nasce dall’ottimismo verso la blockchain, ma da una situazione di difficoltà economica.
Yune ha spiegato che molti giovani coreani si avvicinano alle criptovalute spinti dalla disperazione finanziaria, cercando guadagni rapidi piuttosto che abbracciare i principi del Web3.
Un fattore determinante è l’elevata disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 6,6%: più del doppio della media nazionale. L’economia del Paese, un tempo in forte espansione, è ora in stagnazione, lasciando molti giovani senza lavoro, incapaci di accedere al mercato immobiliare o di ottenere rendimenti soddisfacenti da investimenti tradizionali come le azioni.
In questo contesto, secondo Yune, le criptovalute sono diventate l’unica opzione praticabile per le nuove generazioni. Ha inoltre sottolineato che, sebbene alcuni investitori più informati comprendano la tecnologia blockchain, molti altri ne ignorano persino l’infrastruttura di base.