Alcuni esperti finanziari ritengono che il prezzo delle criptovalute sia guidato esclusivamente dalla speculazione degli investitori, e negli ultimi anni i detrattori hanno suggerito che gli strumenti a reddito fisso come i buoni del Tesoro non hanno alcuna relazione con gli asset digitali. Questo punto di vista è abbastanza accurato, in quanto attualmente la maggior parte delle istituzioni non è autorizzata a investire in Bitcoin (BTC) e altcoin.

I fondi pensione pubblici, i piani pensionistici, il reddito fisso e la maggior parte dei fondi comuni azionari e multimercati senza leva possono investire solo in determinate classi di asset. Questi limiti derivano dalla regolamentazione sottostante, dallo statuto del fondo e dalla valutazione del rischio.

Non tutti i fondi possono investire in Grayscale Bitcoin Trust

A differenza di quanto si potrebbe pensare, il mutual fund manager non ha il controllo assoluto sulla decisione di investimento. L'amministratore del fondo è una società di terze parti che funge da intermediario tra il gestore e gli investitori, per verificare e distribuire gli asset correlati agli investimenti.

Pertanto, l'amministratore del fondo potrebbe stabilire che un particolare strumento rappresenta un rischio significativo, e quindi limitarne l'esposizione o negarne del tutto l'accesso. Il fondo fiduciario, in questo caso, è il veicolo di investimento utilizzato dal Grayscale Bitcoin Trust, o GBTC, e comporta un rischio di credito dell'emittente.

Suddivisione dei fondi Amundi per asset class. Fonte: Amundi

I gestori patrimoniali globali avranno in genere un'esposizione a reddito fisso dal 30% al 60%, quindi è molto improbabile che abbiano un'esposizione alle criptovalute. Amundi, la principale società di investimento europea, con oltre 2.100 miliardi di dollari di asset in gestione, ne è un ottimo esempio.

Secondo BCG Group, il settore degli asset globali ha superato i 100.000 miliardi di dollari, con il Nord America che ne detiene quasi il 50%. Sfortunatamente, queste cifre astronomiche fanno sì che gli analisti mettano erroneamente in relazione quei numeri con lo strumento Bitcoin ETF (Exchange Traded Fund):

"#Grayscale ha stretto una partnership con BNY Mellon, la più grande banca depositaria al mondo con 41-000 miliardi di dollari di asset in custodia. Nel febbraio 2021, #BNYMellon ha annunciato l'ingresso nel mondo #Crypto. Grande mossa di Grayscale nella battaglia per un #Bitcoin ETF.@Grayscale @BNYMellon #etf #bitcoinetf."

Secondo Reuters, più della metà di tutte le obbligazioni societarie investment-grade nell'eurozona sono ora scambiate con rendimenti negativi. Ciò include 7.700 miliardi di dollari di debito pubblico, che rappresenta il 70,8% del totale.

Il Financial Times ha riferito che il valore del debito globale a rendimento negativo ha superato i 16.500 miliardi di dollari, alimentato dalle prospettive più pessimistiche degli investitori e dagli acquisti di obbligazioni da parte delle banche centrali.

Gli investitori usciranno gradualmente dalle strategie a reddito fisso

C'è motivo di credere che gli investitori che ottengono rendimenti negativi alla fine si sposteranno verso asset più rischiosi, anche se è improbabile che si verifichi un passaggio totale verso le criptovalute. Tuttavia, i beneficiari più probabili saranno i multi-asset senza leva e investimenti alternativi, in quanto questi strumenti di solito comportano un rischio inferiore rispetto alle azioni, agli asset strutturati e alle obbligazioni ad alto rendimento.

Di conseguenza, un'eventuale approvazione di un Bitcoin ETF da parte della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti aprirà le porte a una vasta gamma di fondi che sono attualmente esclusi dall'esposizione alle criptovalute.

Anche se l'ETF fosse riservato esclusivamente a una parte delle azioni e delle classi multi-asset, il nuovo strumento non avrebbe nemmeno bisogno di ottenere 500 miliardi per spingere la capitalizzazione di mercato di Bitcoin sopra i 2.000 miliardi di dollari. Basti pensare che meno di 2,5 milioni di monete sono attualmente disponibili negli exchange, equivalenti a 125 miliardi di dollari.

I fondi di materie prime sono il miglior candidato

Secondo iShares, il valore degli ETF di materie prime ammonta globalmente a 263 miliardi di dollari. Considerando che non tutti i fondi comuni di investimento sono elencati, è ragionevole presumere che il numero effettivo superi i 500 miliardi di dollari.

Ciò significa che una semplice allocazione dell'1% da questa specifica asset class è pari a 5 miliardi di dollari: un tale investimento sarebbe sicuramente sufficiente per spingere il prezzo di Bitcoin al di sopra del suo massimo storico di 65.000$.

Se e quando verrà approvato un BTC ETF, i trader tenderanno ad anticipare il potenziale afflusso non appena verrà annunciato, indipendentemente dal fatto che nei primi mesi questi prodotti potrebbero acquisire soltanto 5 miliardi di dollari.

Finché i governi e le banche centrali continueranno a iniettare liquidità, acquistare obbligazioni ed emettere pacchetti di stimolo, ci sarà un graduale afflusso di attività più rischiose, aumentando la domanda per l'ETF.

Le opinioni qui espresse sono esclusivamente quelle dell'autore e non riflettono necessariamente le idee di Cointelegraph. Ogni trade comporta dei rischi. Dovresti condurre le tue ricerche prima di prendere una decisione.