Secondo Lachan Feeney, CEO della società di sviluppo blockchain Labrys, circa il 45% di tutti i blocchi di Ethereum attualmente in fase di convalida eseguono MEV-boost relay flashbot, conformi alle sanzioni degli Stati Uniti.

Discutendo con Cointelegraph in un'intervista odierna, Feeney ha evidenziato che – mentre i rapporti affermano che il 25% di tutti i blocchi convalidati dopo il Merge sia conforme alle sanzioni degli Stati Uniti – si tratta di un indicatore in ritardo, e che il numero reale sia probabilmente più vicino ad un blocco su due.

Feeney ha sottolineato che i relay MEV-Boost sono aziende regolamentate, spesso con sede negli Stati Uniti, che "censurano alcune transazioni nei blocchi che costruiscono, in particolare le transazioni di Tornado Cash".

L'amministratore delegato ha inoltre riportato che i validatori hanno un incentivo finanziario ad utilizzare i relay MEV-Boost, il che porterebbe ad un aumento del loro utilizzo:

"Il problema è che, dal punto di vista dei validatori, sono pagati per farlo. Quindi, se volete guadagnare di più, attivate questa funzione e, come validatori, aumentate il vostro rendimento".

I relay MEV-Boost sono entità centralizzate dedicate all'estrazione efficiente del Valore Massimo Estraibile (MEV). Con i Flashbot tra i più popolari, i MEV-Boost relay consentono effettivamente ai validatori di esternalizzare la produzione di blocchi e di vendere il diritto di costruire un blocco al miglior offerente.

Il 28 settembre Labrys ha rilasciato lo strumento MEV Watch, in grado di informare i validatori su quali MEV-Boost relay sono conformi alle sanzioni dell'Office of Foreign Assets Control (OFAC). Riferendosi alla motivazione alla base dello strumento, Feeney ha dichiarato:

"Stiamo solo tentando di sensibilizzare coloro che non sono consapevoli del fatto che, eseguendo questo software, stanno potenzialmente contribuendo alla censura della rete".

Feeney ha riportato la situazione peggiore, definita "censura estrema", in cui "i nodi sarebbero costretti per regolamento a scartare qualsiasi blocco che contenga transazioni di questo tipo".

"Ciò significherebbe che, per quanto tempo si possa aspettare, per quanto si possa pagare, non si arriverebbe mai a un punto in cui le transazioni sanzionate verrebbero incluse nella blockchain", ha illustrato.

Ha inoltre sottolineato che anche in caso di censura soft, in cui le transazioni sanzionate verrebbero alla fine convalidate, potrebbero volerci ore e richiedere una tariffa prioritaria elevata, con il risultato di una scarsa esperienza utente.

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Questi risultati sono confermati da Toni Wahrstätter, ricercatore di Ethereum, il quale il 28 settembre ha pubblicato una ricerca secondo cui dei 19.436 blocchi verificati dal Flashbots Mev-Boost Relay, nessuno includesse una transazione effettuata su Tornado Cash.

Numero blocchi di diversi MEV Boost relay contenenti transazioni Tornado Cash. Fonte: Toni Wahrstätter.

Già prima del Merge, i timori di censura erano prevalenti. Discutendo con Cointelegraph, Coby Moran, lead investigator della società di conformità e forense Merkle Science, ha suggerito che il costo proibitivo per diventare un validatore potrebbe portare al consolidamento dei nodi dei validatori a favore delle crypto società più grandi, molto più suscettibili alle sanzioni governative.