Secondo un nuovo sondaggio condotto da Nickel Digital Asset Management, il 62% degli investitori istituzionali globali con zero esposizione a criptovalute come Bitcoin (BTC) ha dichiarato di voler effettuare i primi investimenti in asset digitali entro il prossimo anno.

Il sondaggio, pubblicato martedì, ha intervistato 50 gestori patrimoniali e 50 investitori istituzionali negli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania ed Emirati Arabi Uniti. Nickel ha condotto il sondaggio online fra maggio e giugno 2021.

Secondo i risultati del sondaggio, il motivo principale di questo desiderio di investire in criptovalute è il potenziale aumento di capitale a lungo termine: il 47% degli intervistati cita questo fattore. Il 44% ha menzionato la crescente fiducia nelle criptovalute come asset class, dato che aziende e gestori di fondi investono sempre nel settore.

Il 41% ha anche indicato di essere disposto a investire in criptovalute per la prima volta grazie al miglioramento del contesto normativo, mentre il 34% considera l'asset una buona copertura contro l'inflazione.

"Non c'è dubbio che il mercato delle criptovalute stia diventando sempre più mainstream nei settori istituzionali e della gestione patrimoniale", afferma Henry Howell, capo dello sviluppo aziendale di Nickel.

Secondo il dirigente, l'aumento dell'adozione adozione istituzionale è guidato da diversi fattori, tra cui la solida performance del mercato durante la crisi COVID-19 e il crescente coinvolgimento aziendale, nonché il miglioramento delle infrastrutture e del quadro normativo del settore.

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Secondo un rapporto di CoinShares, gestore di asset digitali europeo, le istituzioni hanno accumulato sempre più partecipazioni in crypto per cinque settimane consecutive a partire da metà settembre.

A luglio Nickel ha pubblicato i risultati di un sondaggio secondo il quale il motivo principale che impedisce agli investitori istituzionali di entrare nelle crypto sia la sicurezza dei servizi di custodia, seguita dall'ambiente normativo e dalla volatilità.