Secondo un indagine pubblicata il 12 aprile, nel 2019 il 94% dei fondi di dotazione ha effettuato investimenti nel settore delle criptovalute. Lo studio è stato condotto nel quarto trimestre del 2018 dalle riviste specializzate Global Custodian e The Trade Crypto, in collaborazione con la società di sicurezza blockchain BitGo.
Dei 150 fondi oggetto dell'indagine, l'89% ha sede negli Stati Uniti, mentre il resto nel Regno Unito o in Canada.
Il sondaggio ha indicato che, nonostante le numerose preoccupazioni relative alla regolamentazione, alla custodia e alla liquidità, i fondi continueranno a destinare investimenti alla nuova asset class, e solo il 7% si aspetta di ridurre le proprie allocazioni nell'anno successivo.
Jonathan Watkins, managing editor di Global Custodian e The Trade, ha commentato i risultati del sondaggio:
"Tutto il discorso degli ultimi 18 mesi è stato incentrato sulla partecipazione degli investitori istituzionali nel mercato delle criptovalute, ma risulta che erano già arrivati, sotto forma di fondi di dotazione".
Il sondaggio ha rivelato che il 54% degli intervistati investe direttamente in asset di criptovaluta, mentre il 46% effettua i propri investimenti tramite vari tipi di fondi.
Durante il corso dei prossimi dodici mesi, il 50% crede di aumentare i propri investimenti nel settore cripto, mentre il 45% prevede di mantenere le proprie allocazioni ai livelli attuali.
Secondo il sondaggio, le tre principali caratteristiche che i fondi di dotazione prediligono quando selezionano i fondi di criptovaluta in cui investire sono la robustezza della loro conformità normativa, il flusso di capitale, e la sicurezza dei conti.
Come segnalato a febbraio, il fondo di dotazione dell'Università del Michigan, del valore di 12 miliardi di dollari, ha svelato di voler potenziare il suo investimento in un fondo di criptovalute gestito dalla società di venture capital Andreessen Horowitz.
Inoltre, Harvard ha in programma di diventare un investitore diretto nella vendita di token del network decentralizzato Blockstack che, se approvata, sarebbe la prima vendita certificata dalla Securities and Exchanges Commission degli Stati Uniti.