Gli hedge fund tradizionali sono disposti ad aumentare la loro esposizione a Bitcoin e altre criptovalute nei prossimi cinque anni, svela un nuovo sondaggio.

Intertrust Global, trust internazionale e società di gestione aziendale, ha intervistato i chief financial officer di 100 hedge fund in tutto il mondo sulla loro intenzione di acquistare crypto asset. Circa il 98% di loro si aspetta che entro il 2026 il proprio hedge fund investirà una media del 7,2% dei propri asset in criptovalute.

Il sondaggio ha rivelato che un investimento del 7,2% nel settore crypto sarebbe pari a circa 312 miliardi di dollari se replicato in tutto il settore. Nel frattempo, circa il 17% dei CFO intervistati ha ammesso che il proprio hedge fund potrebbe avere il 10% dei propri asset allocati in criptovalute come Bitcoin (BTC).

I risultati sono emersi mentre Bitcoin tracciava una correzione di oltre il 50% dopo il suo rally da 3.858$ a marzo 2020 fino a quasi 65.000$ ad aprile 2021, portando a speculazioni che sarebbe crollato ulteriormente in quanto sopravvalutato.

Tuttavia, la criptovaluta di riferimento ha protetto i supporti tecnici intorno a 30.000$ e, qualche giorno fa, è tornata sopra i 40.000$.

Bitcoin è aumentato di oltre l’800$ dal suo crollo a metà marzo, nonostante la correzione di maggio 2021
Bitcoin è aumentato di oltre l’800$ dal suo crollo a metà marzo, nonostante la correzione di maggio 2021. Fonte: TradingView

Il riepilogo del boom di Bitcoin

Gran parte dei guadagni di Bitcoin è dovuta a narrative anti-inflazione diventate popolari in seguito al crollo del mercato globale di marzo 2020 causato dalla pandemia di coronavirus.

Le banche centrali di tutto il mondo hanno reagito con un sostegno monetario senza precedenti, e la Federal Reserve statunitense ha avviato una politica di tassi d’interesse quasi nulli insieme a un programma di acquisto di asset mensile da 120 miliardi di dollari.

La decisione della banca centrale ha fatto precipitare i rendimenti delle obbligazioni governative statunitensi a minimi da record. Nel frattempo, le iniezioni di liquidità nell’economia, accelerate ulteriormente da migliaia di miliardi di dollari in stimoli economici dalla Casa Bianca, hanno spinto il valore del dollaro al ribasso rispetto ai suoi principali rivali tra le valute fiat.

Molti investitori si sono rivolti a beni rifugio più rischiosi, beneficiando azioni statunitensi, oro, argento e Bitcoin. Tra questi, Bitcoin ha assistito alla bull run più significativa mentre la Fed continuava a stampare denaro.

Diversi fund manager mainstream sono apparsi in prima linea del boom di Bitcoin nel 2020. Per esempio, l’investitore miliardario Paul Tudor Jones dell’hedge fund Tudor Investment Corporation ha affermato l’anno scorso di possedere piccole percentuali di Bitcoin. In seguito, un altro investitore leggendario, Stan Druckenmiller, ha rivelato di aver investito nella principale criptovaluta per compensare il rischio di inflazione.

L’hedge fund manager europeo Brevan Howard, i fondi statunitensi SkyBridge Capital, Fidelity Investments, e ARK Invest sono altri nomi noti nel settore della finanza tradizionale diventati alcuni tra i più grandi sostenitori di Bitcoin.

Inoltre, il sondaggio di Intertrust ha mostrato che tutti i dirigenti intervistati in Europa, America del Nord e Regno Unito hanno un’esposizione di almeno l’1% a Bitcoin e criptovalute in generale. Gli hedge fund nordamericani hanno probabilmente un'esposizione media alle criptovalute del 10,6% rispetto a quella del 6,8% per le società nel Regno Unito e in Europa.

L’inflazione è alle porte

Il sondaggio di Intertrust è stato pubblicato mentre l’inflazione negli USA raggiungeva il 5% a maggio per la prima volta dal 1992, come segnalato dal dipartimento del lavoro statunitense nel suo report mensile sull’indice dei prezzi al consumo (CPI).

Molti analisti, tra cui Randall Kroszner, professore dell’Università di Chicago ed ex governatore della Fed, ha evidenziato che un’inflazione più elevata spingerà la Fed a ritirare in una certa misura le sue politiche espansionistiche. Martedì, le speculazioni sul “tapering” sono aumentate mentre il Federal Open Market Committee (FOMC) iniziava il suo incontro di due giorni.

Finora, però, la maggior parte dei funzionari del FOMC, incluso il presidente della Fed Jerome Powell, hanno definito “transitorio” il recente picco del CPI. Tom Kenny, economista di ANZ, ha sottolineato che la banca centrale statunitense manterrà di conseguenza le sue politiche invariate almeno fino a quando non vede miglioramenti nei dati sul lavoro.

Nel frattempo, Paul Tudor Jones ha spiegato nella sua recente intervista su CNBC di aver ampliato il suo investimento in Bitcoin da 1%-2% nel 2020 al 5% dopo la disapprovazione della Fed sui recenti picchi dell’inflazione:

"Mi piace Bitcoin come diversificatore del portafoglio. Diciamo il 5% in oro, il 5% in Bitcoin, il 5% in contanti e il 5% in commodity. Non so cosa farò con il restante 80%. Voglio aspettare e vedere cosa farà la Fed.”