La storia della relazione di una giovane donna con un milionario di Bitcoin (BTC) sta facendo notizia in Australia: un racconto di amore, droga e crimine, terminato con un processo alla Corte Distrettuale di Maroochydore, nel Queensland.

Secondo quanto recentemente riportato dal Sunshine Coast Daily, la ventitreenne Kaori Celine Nakase si è dichiarata colpevole di intralcio alla giustizia, possesso di proprietà sospettate di essere il prodotto di traffico di droga e guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.

10 milioni di dollari grazie al trading di Bitcoin

Nakase si trovava in un centro di riabilitazione per tossicodipendenti quando ha incontrato un uomo, del quale non è stato rivelato il nome, che pare avesse guadagnato 10 milioni di dollari grazie al trading di Bitcoin.

Il tribunale sostiene che, nell'ottobre del 2019, la donna avesse ricevuto 637.000$ per l'acquisto di una Lamborghini: l'automobile è stata poi sequestrata dalla polizia per guida ad alta velocità sotto l'effetto di metanfetamine.

La coppia ha successivamente comprato una casa, dal valore di 745.000$, nella città di Pimpama. Nakase ha poi dichiarato che l'abitazione è stata acquistata utilizzando profitti derivanti dal traffico di droga.

La donna sostiene inoltre di essere stata spinta dal crypto-milionario a fare uso di Ritalin e metanfetamine.

Sospettato di traffico di droga

Martin Longhurst, l'avvocato della donna, ha spiegato al tribunale che l'origine dei fondi dell'uomo è molto sospetta:

"È ragionevole sospettare che i soldi investiti in Bitcoin provenissero dal traffico di droga, il suo è stato soltanto un colpo di fortuna. Probabilmente utilizzava Bitcoin per nascondere il denaro, ma poi il valore della criptovaluta è aumentato di svariate migliaia di punti percentuale."

A febbraio di quest'anno, la dogana finlandese ha svelato di essere in possesso di 1.666 BTC, confiscati parecchi anni fa da una banda di spacciatori. Le criptovalute sequestrate dalle forze dell'ordine vengono spesso vendute tramite asta, ma il servizio di dogana finlandese teme che così facendo le criptovalute possano tornare nelle mani dei criminali.