Alexander Vinnik, il presunto operatore di BTC-e, sarebbe stato estradato in America per rispondere a molteplici accuse di riciclaggio di denaro mentre lavorava presso l'ormai defunto exchange di criptovalute.
Negli ultimi cinque anni, Vinnik è stato coinvolto in battaglie legali per il suo presunto ruolo di ideatore di BTC-e. Il crypto exchange avrebbe tratto profitto da varie attività illecite che avrebbero utilizzato la piattaforma per riciclare circa 4 miliardi di dollari tramite Bitcoin.
L'avvocato di Vinnik, Frédéric Bélot, ha riferito alla rete televisiva americana CNN del transito di Vinnik dalla Grecia agli Stati Uniti, dove dovrà affrontare una serie di accuse presso il tribunale del distretto settentrionale della California. Il cittadino russo è accusato di riciclaggio di denaro e di aver gestito un servizio finanziario senza licenza in America, oltre ad altre accuse.
Da dicembre 2020, l'imputato sta già scontando una pena di cinque anni in Francia, a seguito di una condanna per riciclaggio di denaro come parte di un gruppo criminale organizzato. Gli avvocati di Vinnik avevano lanciato un appello che non ha avuto successo, sostenendo che Vinnik fosse solo un dipendente dell'exchange, senza alcun coinvolgimento nelle attività illecite di BTC-e.
Vinnik è stato originariamente arrestato in Grecia durante una sua vacanza nel 2017: da quel momento Stati Uniti, Francia e Russia si sono scontrati per la sua estradizione. Ad inizio 2020 il Consiglio di Stato greco ha optato per l'estradizione di Vinnik in Francia, nonostante i numerosi tentativi della Russia di richiedere il transito nella propria giurisdizione.
Come riportato in precedenza da Cointelegraph, Vinnik aveva accettato la richiesta di estradizione dalla Russia, considerando le accuse molto meno gravi. Al contrario, in America Vinnik rischia fino a 55 anni di carcere con 21 capi d'accusa di attività finanziaria senza licenza, riciclaggio di denaro e crimini correlati presentati dal Dipartimento di Giustizia.