Il senatore australiano Andrew Bragg ha aperto la conferenza Australia Blockchain Week con una proposta legislativa esplosiva, con la speranza che ponga le basi per un rinnovato ecosistema degli asset digitali.

La proposta legislativa del Digital Services Act (DSA) richiede riforme per le licenze del mercato crypto, la custodia, le organizzazioni autonome decentralizzate (DAO), il debanking e la tassazione. Durante il suo intervento, il senatore Bragg ha dichiarato che si aspetta che la legislazione "protegga i consumatori [crypto] dai malintenzionati".

Il senatore ha inoltre delineato i quattro pilastri principali che guidano il DSA: sarà tecnologicamente neutrale, avrà principi ampi e flessibili, sarà regolato da un ministro piuttosto che da un'agenzia burocratica e si servirà risorse e personale governativo. A suo parere, tale guida dimostrerà che il paese è pronto ad assumere un importante ruolo nell'industria delle criptovalute.

 

"Ciò dimostrerà che l'Australia è sul mercato e che le indicazioni sono chiare".

Il senatore ha anche affrontato il tema delle DAO, esortando varie branche governative a prenderle sul serio. secondo l'attuale normativa, le ha definite "una minaccia esistenziale per il gettito fiscale" .

Secondo i dati pubblicati dal Parlamento australiano, l'imposta sulle società rappresenta la più grande fonte di entrate per il governo, dopo l'imposta sul reddito. Tuttavia, le DAO non sono tassate come aziende.

A tal proposito, il senatore Bragg ha dichiarato che la "dipendenza del suo paese dall'imposta sulle società diverrebbe insostenibile" se un numero crescente di organizzazioni diventasse una DAO. Di conseguenza, il DSA incaricherebbe il governo per creare un framework per le DAO, senza tuttavia soffocare i loro principi fondamentali.

Gli standard garantirebbero ai consumatori accesso a servizi di audit, garanzia e divulgazione da parte delle DAO che li aiutino a distinguere tra organizzazioni al dettaglio e all'ingrosso. Il senatore Bragg ha richiesto che sia il Tesoro ad occuparsene, ma allo stesso tempo "lasciando alle DAO modo di prosperare all'altezza delle loro potenzialità".

 

Sviluppare sulle ambizioni del crypto hub australiano: intervento al @BlockchainAUS

Michael Harris, head of corporate development del crypto exchange australiano Swyftx, è a favore dell'istituzione da parte del governo di standard più elevati per l'industria nazionale delle criptovalute, riferendo oggi a Cointelegraph che gli exchange non hanno nulla da temere, in quanto "la maggior parte degli exchange australiani già prendono molto seriamente la cura dei clienti".

 

Secondo il manager, il suo paese dovrebbe guidare il mondo sviluppato nella regolamentazione delle criptovalute, analizzando l'elevato tasso di adozione. Un sondaggio redatto da Finder ha difatti evidenziato che il 22,9% degli australiani intervistati tra ottobre e dicembre 2021, possiede criptovalute. Harris ha infine aggiunto:

"Consideriamo tale dato come un importante passo avanti. L'Australia vanta uno dei più grandi tassi di adozione delle cripto nel mondo sviluppato. Dovremmo guidare la regolamentazione".

Ultimamente, una delle maggiori preoccupazioni nel mercato delle criptovalute è il loro uso da parte di individui e nazioni per aggirare le sanzioni economiche globali. Un acceso dibattito che infuria attualmente nel Senato degli Stati Uniti riguarda l'ipotetico utilizzo delle crypto da parte del governo russo, al fine di mantenere le sue operazioni militari in Ucraina finanziandole tramite le criptovalute.

Il 15 marzo la società di tracking Blockchain Elliptic ha evidenziato come alcuni individui sanzionati siano effettivamente in possesso di criptovalute. Il senatore Bragg ha dichiarato che il governo australiano sia incapace di attuare provvedimenti sotto le attuali leggi del Digital Currency Exchange (DCE). Di conseguenza, tale situazione ha palesato la necessità di adeguati provvedimenti. Il senatore ha concluso affermando:

"La realtà è che non viviamo in un nirvana libertario. Non possiamo permettere un arbitraggio normativo".