Nel suo ultimo rapporto di ricerca Binance sostiene che, con il passaggio di Ethereum ad un sistema di consenso Proof-of-Stake (PoS), lo staking avrà un notevole impatto sull'industria delle criptovalute. 

Il resoconto di Binance sottolinea che le dieci criptovalute più importanti che supportano, o supporteranno a breve, lo staking rappresentano una capitalizzazione cumulativa pari a 25,8 miliardi di dollari, vale a dire circa il 10% dell'intera capitalizzazione di mercato.

Generare profitti in maniera passiva

Lo staking è una caratteristica delle blockchain Proof-of-Stake, che consente ai partecipanti al network di generare profitti in maniera passiva. Gli investitori ottengono infatti una sorta di "interesse" sulle proprie criptovalute, a condizione che siano disposti a bloccare temporaneamente i fondi all'interno di un wallet a beneficio dell'intera blockchain.

A differenza delle blockchain Proof-of-Work (PoW), come ad esempio quella di Bitcoin, nei network PoS i nuovi blocchi non vengono generati tramite mining. Al contrario, un algoritmo seleziona i validatori dei blocchi in base al numero di token presenti all'interno del loro wallet, ovvero che gli utenti hanno depositato come garanzia per poter competere con tutti gli altri nodi sulla rete.

Ten largest crypto assets for staking, as of Oct. 2019

Le dieci criptovalute più importanti che supportano o supporteranno lo staking, ottobre 2019. Fonte: Binance Research

Se si esclude Ethereum, la capitalizzazione complessiva del mercato dello staking è di circa 11,2 miliardi di dollari, 6,4 miliardi dei quali sono attualmente sotto staking.

Potenziale rischio per la liquidità?

Prendendo in esame tutte le blockchain, i dati di Binance indicano che il 43% dei token viene attualmente mantenuto sotto staking, mentre il 57% continua a circolare.

Algorand, Tezos e Cosmos mostrano il maggior tasso di staking, vale a dire il rapporto tra la quantità di criptovalute sotto staking e l'offerta monetaria libera di circolare: oltre il 70% delle monete in questi network si trova infatti in stato di staking. Al contrario, soltanto il 25% dei token Tron e Qtum vengono mantenuti sotto staking.

Binance sottolinea tuttavia che questo metodo d'investimento presenta dei potenziali rischi per la liquidità, riducendo di conseguenza la capacità di trading attivo da parte degli utenti.

Alcune chain consentono di rimuovere istantaneamente le proprie monete dallo staking, rinunciando ovviamente alle relative ricompense, mentre altre bloccano obbligatoriamente i fondi per un certo periodo, rendendoli illiquidi e causando potenziali perdite d'opportunità d'investimento attivo.

Ethereum 2.0 previsto per gennaio del prossimo anno

La scorsa settimana, un dirigente di ConsenSys ha svelato che i validatori del network Ethereum 2.0 otterranno ogni anno un interesse tra il 4,6 e il 10,3 percento.

Per divenire un validatore della rete i partecipanti dovranno possedere almeno 32 Ether (ETH), dal valore al momento della stesura di questo articolo di circa 6.000$. Il passaggio alla versione 2.0 è previsto per gennaio del prossimo anno.