Le azioni della Canaan Creative, colosso cinese operante nel settore del mining di criptovalute, hanno subito un calo del 40% da quando è stata lanciata la sua initial public offering (IPO) nel mese di novembre.

Canaan Creative è stata la prima azienda operante nel settore del mining ad aver presentato domanda per divenire una società quotata in borsa negli Stati Uniti e a condurre con successo una IPO. Nonostante le ottime premesse, a partire dal 21 novembre, giorno che ha dato inizio alla IPO, le azioni, dopo aver raggiunto un massimo di 13$, hanno cominciato a perdere quota fino ad arrivare agli attuali 5,25$: una contrazione di oltre il 40%.

Dopo il fallimento della IPO a Hong Kong l'anno scorso, Canaan si è rivolta agli Stati Uniti con l’obiettivo di raccogliere 400 milioni di dollari. Tuttavia, la società è stata in grado di ottenere soltanto 90 milioni di dollari, meno del 25% dell'importo previsto.

Canaan subì una battuta d'arresto quando Credit Suisse, il suo più grande sostenitore, decise di ritirarsi una settimana prima dell’avvio della IPO. Secondo alcune indiscrezioni, Credit Suisse non era sicura del fatto che l’offerta potesse ottenere investimenti sufficienti.

Anche Bitmain ha inviato una richiesta di IPO alla SEC

Bitmain, il principale concorrente di Canaan, ha presentato una richiesta di IPO alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti alla fine di ottobre.

Al tempo, fonti anonime avevano dichiarato che anche la multinazionale tedesca Deutsche Bank stesse partecipando all’iniziativa. Sebbene non siano stati resi pubblici gli obiettivi dei fondi, in base a report precedentemente pubblicati, il valore della IPO dovrebbe aggirarsi tra i 300 e 500 milioni di dollari. 

Con l’iniziativa di Bitmain, la possibilità che Canaan perda la sua posizione sul mercato potrebbe presto divenire realtà. Soprattutto ora che Wu Jihan, miliardario e cofondatore di Bitmain, è nuovamente al timone dell'azienda e propone ulteriori iniziative per attirare nuovi clienti.