Venerdì, la difficoltà di mining di Bitcoin (BTC), parametro che misura la difficoltà relativa dell'aggiunta di nuovi blocchi al libro mastro, ha raggiunto un nuovo massimo storico di 142.300 miliardi.

La difficoltà di mining ha raggiunto successivi massimi storici sia ad agosto che a settembre, spinta dall'afflusso di potenza di calcolo recentemente implementata.

Anche l'hashrate di Bitcoin, la media della potenza di calcolo totale che garantisce il protocollo monetario decentralizzato, venerdì si è attestato al massimo storico di oltre 1.100 miliardi di hash al secondo, secondo CryptoQuant.

La crescente difficoltà di mining e la costante necessità di potenza di calcolo ad alte prestazioni e ad alto consumo energetico per garantire la sicurezza della rete ostacolano la competitività dei singoli miner e delle aziende, sollevando preoccupazioni sul fatto che il mining stia diventando sempre più centralizzato.

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La difficoltà della rete Bitcoin raggiunge un nuovo massimo storico a settembre. Fonte: CryptoQuant

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Società quotate in borsa subiscono pressioni da parte di governi e fornitori di infrastrutture energetiche

I miner più piccoli e persino le società quotate in borsa stanno affrontando una crescente concorrenza da parte dei governi, che hanno accesso a risorse energetiche gratuite, e dei fornitori di infrastrutture energetiche che sono in grado di integrare verticalmente il mining di Bitcoin nelle loro operazioni commerciali.

Come è noto, già diversi governi stanno minando Bitcoin o stanno valutando la possibilità di farlo utilizzando l'energia in eccesso o di scarto, tra cui Bhutan, Pakistan ed il Salvador.

A maggio, il governo pakistano ha difatti annunciato l'intenzione di destinare 2.000 megawatt (MW) di energia in eccesso al mining di Bitcoin, come parte della svolta normativa del Paese a sostegno delle criptovalute e degli asset digitali.

Inoltre, anche i fornitori di energia dello Stato americano del Texas stanno integrando il mining di Bitcoin nelle loro infrastrutture al fine di bilanciare i carichi elettrici, in collaborazione con l'Energy Reliability Council of Texas (ERCOT).

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Grafico relativo a riduzione del consumo energetico dei crypto miner in Texas nei periodi di picco di domanda dal 2021 al 2023. Fonte: ERCOT

Le reti elettriche potrebbero non avere abbastanza energia per soddisfare le esigenze dei consumatori durante i picchi di domanda o avere troppa energia in eccesso nei periodi di minore fabbisogno, il che può danneggiare la rete elettrica e costituire un rischio qualora non venga correttamente reindirizzata.

In Texas, le aziende energetiche sfruttano il mining di Bitcoin come risorsa di carico controllabile per bilanciare queste discrepanze elettriche, consumando l'energia in eccesso nei periodi di ridotta esigenza e spegnendo i propri impianti di mining nei periodi di punta del fabbisogno dei consumatori.

Ciò genera profitti per i fornitori di energia elettrica senza che questi debbano preoccuparsi dei costi variabili dell'energia, creando un vantaggio competitivo significativo rispetto alle società di mining quotate in borsa soggette a tali costi.