Owen Gunden, uno dei più ricchi early adopter di Bitcoin, ha venduto l’intera posizione mentre gli investitori retail fuggono dal mercato e le istituzioni continuano ad aumentare la loro quota negli ETF Bitcoin spot.
Il wallet identificato come appartenente a Gunden dalla piattaforma di analisi Arkham ha trasferito giovedì i suoi ultimi 2.499 Bitcoin (BTC), pari a 228 milioni di dollari, verso il crypto exchange Kraken.
In totale, secondo Arkham, dal 21 ottobre il wallet di Gunden ha venduto 11.000 BTC per circa 1,3 miliardi di dollari, liquidando completamente le sue riserve Bitcoin.
Le transazioni arrivano in un momento in cui cresce il timore per la fine del bull market: le condizioni di mercato di Bitcoin si sono deteriorate fino a raggiungere il livello “più ribassista” dell’intero ciclo. Come riportato da Cointelegraph, il Bull Score Index di CryptoQuant è sceso a 20/100, ovvero in territorio estremamente ribassista.
Gunden è l’ottava persona più ricca del settore crypto, con un patrimonio stimato di circa 561 milioni di dollari secondo la lista dei principali milionari crypto stilata da Arkham.
È stato uno dei primi trader di arbitraggio Bitcoin su exchange come Tradehill e il defunto Mt. Gox. Ha negoziato decine di migliaia di Bitcoin sulla piattaforma quando era ancora operativa, fino al 2014, costruendo così la sua ricchezza on-chain.
Aumenta la quota istituzionale negli ETF
Nel frattempo, la quota istituzionale negli ETF Bitcoin spot statunitensi continua a crescere, toccando nuovi massimi nonostante i timori dei piccoli investitori sulla possibile fine del ciclo rialzista.
Mercoledì la partecipazione istituzionale negli ETF Bitcoin ha raggiunto il 40%, ha osservato l’analista Bitcoin Root in un post su X.
Si tratta di un incremento significativo rispetto al 27% registrato nel secondo trimestre del 2024, quando circa 1.119 società detenevano esposizione tramite ETF Bitcoin spot statunitensi.
Il 40% si basa sugli ultimi documenti 13-F presentati dagli operatori istituzionali, una “stima prudente” considerando che solo gli istituti con oltre 100 milioni di dollari in gestione sono tenuti a presentare questi report alla Securities and Exchange Commission, ha spiegato Root.
L’aumento dei numeri indica che le istituzioni stanno mantenendo le loro posizioni, nonostante le vendite su larga scala da parte degli azionisti degli ETF, che secondo i dati di Farside Investors hanno già generato 2,8 miliardi di dollari in deflussi nel mese di novembre.