Il 15 aprile, al Strategic Bitcoin Reserve Summit 2025, Matthew Sigel – head of research di VanEck – ha avanzato la proposta dei “BitBond”, buoni del Tesoro USA con esposizione parzialmente garantita da Bitcoin (BTC), atti a rifinanziare i 14.000 miliardi di dollari di debito statunitense.
I nuovi titoli a 10 anni sarebbero composti per il 90% da debito tradizionale e per il 10% da esposizione a BTC, rivolgendosi sia al Tesoro che agli investitori globali.
Persino in uno scenario in cui Bitcoin scendesse a zero, i BitBond consentirebbero agli Stati Uniti di accumulare denaro per rifinanziare un debito stimato di 14.000 miliardi di dollari che giungerà a scadenza entro i prossimi tre anni, aggiunge l'analista.

Bitcoin aumenterà la domanda per i titoli del Tesoro

“I tassi di interesse sono relativamente alti rispetto al passato. Il Tesoro americano necessita di mantenere una domanda continua di obbligazioni da parte degli investitori, per cui è costretto a invogliare gli acquirenti”, sostiene Sigel durante l'evento virtuale.
Al contempo, gli investitori obbligazionari richiedono protezione dall'inflazione del dollaro statunitense e degli asset, il che rende Bitcoin una buona soluzione come componente dell'obbligazione, con la criptovaluta emersa come copertura contro l'inflazione.

Estratto dell'intervento di Matthew Sigel sui bitbond al Summit 2025 sulla riserva strategica in Bitcoin. Fonte: Matthew Sigel

Con la struttura proposta e una durata di 10 anni, un BitBond restituirebbe un “premium di 90 dollari, unitamente a qualsiasi valore abbia Bitcoin” spiega Sigel, il quale aggiunge che gli investitori riceverebbero tutti i profitti di Bitcoin fino a un rendimento annualizzato massimo alla scadenza del 4,5%.
“Se i guadagni in Bitcoin sono abbastanza alti da fornire un rendimento annualizzato superiore al 4,5%, il governo e l'acquirente dell'obbligazione si dividerebbero i guadagni rimanenti in parti uguali”, continua.

Pro e contro

In uno scenario in cui i rendimenti di BTC superassero i tassi di break-even, rispetto alle obbligazioni standard i BitBond decennali proposti offrirebbero all'investitore guadagni sostanziali, prosegue Sigel.
Un aspetto negativo, tuttavia, è che BTC dovrebbe raggiungere un “tasso di crescita annuale composto relativamente alto”, con tassi cedolari più bassi affinché l'investitore raggiunga il break-even.

Fonte: Matthew Sigel

Dal punto di vista del governo, se fossero in grado di collocare l'obbligazione con una cedola dell'1%, il governo risparmierebbe denaro “anche qualora Bitcoin scendesse a zero”, calcola Sigel, aggiungendo:

“La stessa regola vale nel caso in cui il buono venga emesso al 2%: Bitcoin può arrivare a zero, ma il governo risparmia comunque rispetto al tasso di mercato attuale del 4%. Ed è proprio con questi buoni del 3-4% che Bitcoin entra in gioco, consentendo al governo di risparmiare denaro.

Precedenti presentazioni di BitBonds al governo

Sebbene l'idea di obbligazioni di Stato garantite da criptovalute non sia affatto nuova, la proposta dei BitBond di Sigel ricalca un'analoga proposta avanzata a marzo dal Bitcoin Policy Institute.
Il BPI ha stimato che il programma potrebbe generare potenziali risparmi sugli interessi pari a 70 miliardi di dollari all'anno, ovvero 700 miliardi di dollari in 10 anni.
Come è noto, le obbligazioni del Tesoro sono titoli di debito emessi dal governo e avanzati agli investitori, i quali prestano denaro in cambio di futuri pagamenti a un tasso di interesse fisso.
Le obbligazioni crypto sarebbero composte da criptovalute come Bitcoin, permettendo agli investitori di ottenere un'esposizione potenzialmente più allettante.

Fonte: Bitcoin Policy Institute

In definitiva, sulla scia dell'ottimismo crescente dimostrato dal governo statunitense nei confronti delle criptovalute da parte dell'amministrazione Trump, la narrativa per potenziali buoni del tesoro basati su Bitcoin è decisamente in aumento.

Traduzione a cura di Walter Rizzo