Secondo quanto recentemente riportato, l'hash rate di Bitcoin (BTC) avrebbe interrotto il trend rialzista di 18 mesi, suggerendo l'inizio di una potenziale capitolazione dei miner.
A seguito di una tendenza rialzista durata 18 mesi, il reale hash rate di Bitcoin è diminuito a circa 600 esahash al secondo (EH/s). Come è noto, l'hash rate viene utilizzato per misurare la difficoltà di mining.
La rottura della tendenza al rialzo potrebbe significare che alcune aziende di mining stiano cedendo i loro BTC, secondo Ki Young Ju, fondatore e CEO di CryptoQuant. In un post del 13 giugno condiviso su X, il dirigente ha riportato:

"La tendenza ascendente di 18 mesi dell'hash rate di Bitcoin si è interrotta, suggerendo che alcuni miner di Bitcoin stiano capitolando".
Tasso di hash rate reale della rete di Bitcoin. Fonte: Ki Young Ju

La vendita da parte dei miner è realmente la causa del crollo di Bitcoin a 66.000$?

Nonostante il calo dell'hash rate di Bitcoin, pare che le aziende di mining non abbiano venduto quantità significative di BTC.
Stando a CryptoQuant, i flussi di Bitcoin dei miner verso gli exchange sarebbero precipitati da un picco mensile di 15.470 BTC al 21 maggio a soli 7.239 BTC del 13 giugno.

Flusso di Bitcoin da miner ad exchange (totale). Fonte: CryptoQuant

Tuttavia, il calo di prezzo non sembra essere riconducibile alla capitolazione dei miner. Il prezzo di BTC è sceso dagli oltre 71.100$ del 5 giugno agli attuali 66.800$, mentre i flussi giornalieri da parte dei miner verso gli exchange sono costantemente diminuiti.

Capitolazione dei miner di Bitcoin o spegnimento dei vecchi miner ASIC?

Il decremento del reale hash rate di Bitcoin potrebbe anche essere attribuito alle aziende di mining che hanno dismesso gli impianti di mining di chip ASIC di vecchia generazione, divenuti poco redditizi a partire dal quarto halving.
Nel frattempo, il 12 giugno l'hash rate totale di Bitcoin è diminuito a 586.377 TH/s, secondo i dati di Blockchain.com.

Hash rate totale di Bitcoin. Fonte: blockchain.com

Il momentaneo ribasso è stato previsto da un rapporto del 19 aprile di CoinShares, che stima un'impennata dell'hash rate per il prossimo anno. Secondo il rapporto:

"Il nostro modello prevede un aumento dell'hash rate a 700 esahash entro il 2025, sebbene dopo il dimezzamento potrebbe diminuire fino al 10% man mano che i miner disattiveranno gli ASIC non redditizi".

La temporanea contrazione è attribuita all'aumento dei costi del mining di Bitcoin a causa dell'halving, oltre che all'aumento dei costi dell'elettricità.

Mining di Bitcoin domestico: è arrivato il momento di cominciare? Fonte: Cointelegraph

Tuttavia, la redditività delle operazioni di mining dipende in gran parte dal costo dell'elettricità che le società pagano. L'S19 XP e l'M50S++, due dei modelli ASIC più obsoleti, operano in perdita con costi di elettricità superiori a 0,0$ per chilowattora, stando ad un post del 2 maggio di Hashrate Index.

"Gli S19 XP e M50S++ opereranno in perdita se il costo dell'hash rate aumenta di 0,09$/kWh. >A 0,08$/kWh i k Pro e gli M50S+ non saranno redditizi. Ed a 0,06-0,07$/kWh anche le S19j Pro+, j Pros e M30S++ saranno in difficoltà".