Internet è nato più di 30 anni fa e da allora è entrato prepotentemente in quasi ogni aspetto delle nostre vite. Oggi è la base di tutto ciò che facciamo, tanto che è difficile immaginare di passare anche solo un giorno senza di esso. La marcia della tecnologia prosegue, ma ora ci troviamo a un bivio: c’è un’altra tecnologia innovativa che potrebbe avere un impatto simile, la blockchain. Se non ne avete colto il potenziale, non state prestando sufficiente attenzione.

Gli scettici continuano a fare sempre le stesse domande: perché non la sta usando nessuno? Cosa si può fare con gli asset digitali? Quando sarà possibile comprare beni e servizi in Bitcoin (BTC)? Ormai queste frasi sono così comuni da essere diventate un ottimo rimedio per l’insonnia.

Stiamo guardando la questione dal punto di vista sbagliato. Non inizieremo a breve a comprare su Amazon pagando in BTC, anche se attualmente si può usare per acquistare gift card.

Non useremo Bitcoin nemmeno alla pompa di benzina. Tutti i cicli dell’innovazione richiedono tempo e nella maggior parte dei casi, prima di diventare un bene o un servizio di massa, passano per le stesse fasi e affrontano i medesimi problemi.

Per comprendere l’evoluzione ed il potenziale della blockchain dobbiamo fare un passo indietro e riflettere su come internet sia passato da essere un’idea interessante, ma di nicchia, ad una delle più pervicaci potenze del globo.

La nostra prima esperienza con internet è avvenuta quando società come AOL iniziarono a lasciare dei CD nelle nostre cassette delle lettere. Quelli di noi sufficientemente anziani ricorderanno i modem a 28.8K o a 9.600 baud.

Ascoltavamo i soavi rumori di quei modem quando provavano a connettersi a internet. Le società che fornivano l’accesso alla rete sono poi state chiamate ISP, vale a dire Internet Service Provider, e senza di loro non avremmo avuto il World Wide Web. Era molto divertente smanettare coi nostri nuovi giocattoli, ma nonostante in quel momento storico i casi di utilizzo pratico scarseggiassero, ci siamo connessi lo stesso alla rete, perché attirava la nostra attenzione. Eravamo come stregati.

Non abbiamo mai avuto bisogno di un “caso d’uso concreto” per internet, né abbiamo messo in dubbio la sua esistenza. Non ci siamo mai chiesti: come sarà la scalabilità di internet? Non ci siamo mai lamentati di non poter inviare un film a qualcuno o della velocità di trasferimento delle informazioni. Nonostante tutto questo, nessuno disse che avremmo dovuto lasciar perdere, spegnere tutto e tornare a casa. Invece, abbiamo affrontato ore ed ore di tentativi di connessione (finiti male) solo perché avevamo tempo e perché alcuni di noi non avevano una vita sociale.

Qualche anno dopo internet si evolve e arriviamo all’e-commerce. Al contrario di quanto possa sembrare ora, è stato un processo molto lento. Non avevamo più bisogno di “andare online”. Semplicemente eravamo già online, tutto il tempo: iniziare a fare acquisti, a vendere e a comprare beni, è quindi venuto da sé. Prima che ce ne rendessimo conto, avevamo un caso d'uso di massa della rete.

Di cosa abbiamo avuto tutti bisogno prima di fare acquisti su Amazon o prima di creare un account sui social network, come ICQ? Un indirizzo e-mail! Senza quest’umile compagno di viaggio, non avremmo potuto fare quasi nulla su internet.

L’evoluzione della blockchain

La domanda più importante da porci, dunque, è questa: l’evoluzione che abbiamo descritto come si correla alla blockchain ed alle crypto? Con internet avevamo bisogno della connessione, mentre nel mondo delle criptovalute abbiamo bisogno delle valute, quindi necessitiamo che gli exchange possano vendercele. Il processo è molto simile a quanto avvenuto con gli ISP: questi fornitori di servizi continueranno a crescere fino a quando loro stessi si trasformeranno in commodities.

La prima fase dell’evoluzione blockchain, che possiamo comparare ai primi passi di internet, è già terminata. La seconda fase, l’equivalente della banda larga, sta arrivando.

I primi fornitori di indirizzi email erano gli ISP stessi: solo dopo abbiamo avuto società che si occupavano solo di questo. Prima di Hotmail, avevamo bisogno di client desktop-based per scaricare la mail. Poi la user interface è diventata semplicissima: oggi chiunque può creare un indirizzo di posta elettronica e leggere le proprie comunicazioni ovunque e in qualsiasi momento. Improvvisamente potevamo entrare in contatto con qualunque società fosse presente sul web e loro potevano entrare in contatto con noi.

Quindi potremmo chiederci: quale sarà l’equivalente blockchain dell’indirizzo mail? I wallet. Di cosa abbiamo bisogno prima di iniziare ad utilizzare le crypto? Di un wallet. Senza un software che possa inviare e ricevere la valuta, non possiamo usarla.

I primi wallet, esattamente come i primi account email, sono stati creati dagli exchange. La seconda ondata sarà quella degli indipendenti. Non ci sarà un singolo vincitore, così come non c’è stato un leader incontrastato nel mondo delle mail.

Dipenderà tutto dalla facilità di utilizzo. Al momento, la user interface di un wallet non è affatto intuitiva e i software sono molto più complessi rispetto alle email. Ogni blockchain ha il proprio “portafoglio virtuale”, ma vincerà chi riuscirà ad assicurare l’interoperabilità tra di loro. Una soluzione potrebbe essere un master wallet o un software che ne contenga tanti, così come tanti account mail possono indirizzare la posta ad un singolo ricevente.

Il prossimo orizzonte dello sviluppo della blockchain è proprio questo: chi riuscirà a vincere tale sfida potrebbe diventare uno dei leader del nostro futuro. Se sapessi già da ora chi ha le migliori possibilità di farcela, scommetterei su di lui, ma non ne ho idea. Dovremo scoprirlo insieme.

Le idee e le opinioni espresse in questo articolo sono unicamente quelle dell'autore, e non riflettono necessariamente il punto di vista di Cointelegraph.com

Iqbal V. Gandham è il managing director di eToro UK. Iqbal ha quasi 20 anni di esperienza imprenditoriale e di business strategy, oltre che una profonda comprensione di come far crescere giovani società che operano sul web.

Nel 2016 entra in eToro come UK managing director, con il compito di sviluppare nuovi prodotti e far crescere la società. Ha una formazione nel campo dell’ingegneria aerospaziale ed ha ricoperto ruoli da senior technologist e marketer in India e nel Regno Unito.