Secondo un documento depositato mercoledì, il Dipartimento di Giustizia (DoJ) degli Stati Uniti ha sequestrato 24 milioni di dollari in valute digitali in seguito ad una richiesta ufficiale pervenuta dal governo brasiliano. 

Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che il governo del Brasile ha richiesto assistenza in merito ad una truffa crypto chiamata "Operazione Egypto". Le autorità sudamericane hanno riferito che più di 10.000 brasiliani potrebbero essere stati derubati, con perdite stimate in circa 200 milioni di dollari.

Il dipartimento ha sequestrato fondi collegati al cittadino brasiliano Marcos Antonio Fagundes, uno degli individui che si ritiene siano coinvolti nel caso. Secondo le informazioni che le autorità brasiliane hanno fornito al DoJ, Fagundes è accusato di gestione fraudolenta di un istituto finanziario, appropriazione indebita di fondi, riciclaggio di denaro sporco e violazioni delle leggi sulle securities. Fagundes ed i suoi complici avrebbero fondato un istituto finanziario non registrato per gestire gli asset crypto ottenuti dalle vittime, facendo "false e incoerenti promesse" sul modo in cui i fondi venivano investiti ed esagerando enormemente i tassi di rendimento.

I fondi sarebbero stati detenuti su un exchange con sede negli Stati Uniti, dato che il Dipartimento di Giustizia ha affermato che la società crypto che gestiva i conti ha offerto piena collaborazione con l'ordine di sequestro: questo sottintende che si trattasse di un'impresa soggetta alla sua giurisdizione. 

Secondo il Trattato sulla mutua assistenza legale in materia penale tra gli Stati Uniti e il Brasile, in vigore dal 2001, entrambi i governi possono presentare una richiesta in merito a "proventi o strumenti di reati" soggetti a sequestro presenti nel territorio della controparte. Un tribunale brasiliano aveva infatti emesso un'ordinanza che chiedeva il sequestro di qualsiasi valuta virtuale controllata o posseduta da Fagundes negli Stati Uniti: in seguito, il governo ha presentato una richiesta per l'esecuzione dell'ordinanza presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il District of Columbia.

Il DoJ ha l'autorità di confiscare le crypto correlate a controversie giudiziarie negli Stati Uniti e successivamente metterle all'asta. A febbraio l'ente governativo ha annunciato che avrebbe venduto circa 4.040 Bitcoin (BTC), quando il prezzo era di 9.200 dollari. Supponendo che gli acquirenti anonimi abbiano acquistato al prezzo di mercato, con la crescita di BTC fino a 15.000$, ad oggi quell’investimento ha avuto un ritorno del 63%.