Il Cantone Ticino, in Svizzera, accetterà Bitcoin: il Gran Consiglio ha approvato — con 48 voti a favore, 36 contrari e 3 astenuti — il progetto pilota che consentirà ai cittadini di effettuare pagamenti verso lo Stato utilizzando BTC: la criptovaluta sarà immediatamente convertita in franchi al momento della transazione.
In altre parole, d'ora in avanti la popolazione potrà usufruire di alcuni servizi dell'amministrazione cantonale pagando in Bitcoin, ma solo laddove era già possibile pagare con carte di credito. Escluso tuttavia il pagamento delle imposte, come invece già avviene nel Canton Zugo.
Natalia Ferrara, relatrice del rapporto di maggioranza, ha evidenziato la necessità di adottare tempestivamente queste tecnologie per non farsi trovare impreparati:
"Dobbiamo intervenire oggi per farci trovare pronti domani a un fenomeno inarrestabile come la digitalizzazione. Non farci travolgere dal progresso."
Il relatore di minoranza Ivo Durisch ha invece aspramente criticato Bitcoin, sottolineando che questo asset presenta numerosi svantaggi: elevato consumo energetico, mancanza di trasparenza, rischio di evasione fiscale e riciclaggio di denaro, nonché il fatto che BTC sia un asset deflazionario in mano a pochi. Per tali motivi, a suo parere il Cantone Ticino non dovrebbe farsi promotore della criptovaluta.
Paolo Pamini, il primo firmatario della mozione lanciata nel 2017, ha spiegato che l'introduzione di questo servizio avrà costi "irrisori" per il Cantone, in quanto si tratta di una semplice estensione della piattaforma di pagamento eServices.
La città di Zugo aveva introdotto la possibilità di pagare per i servizi pubblici utilizzando Bitcoin già nel lontano 2016, imponendo tuttavia un limite di 200 franchi. A gennaio dello scorso anno, la città svizzera di Zermatt ha annunciato che i contribuenti potranno pagare le loro tasse in BTC.