Vitalik Buterin è uno scrittore e programmatore russo-canadese coinvolto dal 2011 nella comunità di Bitcoin, co-fondatore e giornalista di Bitcoin Magazine. Tuttavia, è conosciuto soprattutto come il giovane genio che ha creato Ethereum, la seconda piattaforma crypto per valore e popolarità. Al momento della stesura, il suo progetto visionario vanta un enorme market cap pari a oltre 43 miliardi di dollari, in costante crescita. Vitalik ha solo 23 anni e piani lungimiranti per la sua creazione.

Vitalik Buterin

Foto di Rubens Ben

L’infanzia

Vitalik è nato il 31 gennaio 1994 a Kolomna, nell’Oblast' di Mosca, in Russia, dove ha vissuto fino all’età di 6 anni, quando i suoi genitori hanno deciso di emigrare in Canada alla ricerca di migliori prospettive lavorative.

In terza elementare, è stato inserito in un programma per ragazzi dotati. Sebbene questo comportasse maggiori opportunità formative, è stato praticamente separato dai suoi amici. Durante il programma, Vitalik si è rapidamente accorto che il suo particolare insieme di abilità e talenti lo rendevano piuttosto strano agli occhi dei suoi compagni e persino degli insegnanti. Era naturalmente predisposto alla matematica e alla programmazione, possedeva un forte interesse per l’economia e poteva calcolare a mente addizioni tra numeri a tre cifre al doppio della velocità di un individuo medio della sua età.

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Buterin non partecipava a eventi sociali o extracurriculari. Come ricorda lui stesso, molte persone parlavano di lui come se fosse una specie di genio matematico. In quel periodo, Vitalik iniziò a chiedersi perché non potesse essere una persona normale con una media del 75 percento proprio come tutti gli altri.

Qualcuno potrebbe dire che Vitalik aveva difficoltà ad abituarsi a un nuovo paese e una nuova cultura, allontanato ulteriormente dai suoi coetanei a causa del suo intelletto straordinario e dei suoi incredibili talenti. Di conseguenza, decise di immergersi completamente nello studio e in Internet, dove formò gran parte delle sue relazioni personali e professionali.

In seguito, trascorse quattro anni alla Aberald School, una scuola superiore privata di Toronto. Vitalik descrive il periodo come uno tra i più interessanti e produttivi della sua vita. La scuola cambiò la sua percezione dell’istruzione. È qui che ha sviluppato la sua caratteristica voglia di imparare, sostanzialmente rendendo l’apprendimento il suo obiettivo primario.

Vitalik è sempre andato piuttosto bene a scuola, ma per un certo periodo la sua priorità è passata al salire di livello in World of Warcraft invece di dedicare tempo e fatica ai suoi compiti. Ha iniziato a giocare a WoW a 13 anni, fino a un triste giorno nel 2010, quando alcune proprietà del suo personaggio subirono delle modifiche a causa di un aggiornamento di Blizzard. Quella sera pianse per ore, realizzando successivamente quanto i servizi centralizzati possono essere orribili, e smettendo completamente di giocare a World of Warcraft.

La vita studentesca

Forse è stata la sua ricerca di una nuova passione a condurlo nel mondo delle criptovalute. Vitalik ha sentito parlare di Bitcoin per la prima volta da suo padre, che nel 2013 lavorava in una startup software. Tuttavia, non ci si tuffò subito. Anzi, inizialmente credeva che le criptovalute fossero destinate a fallire, in quanto prive di alcun valore intrinseco. Invece, in seguito ne sentì parlare altre volte e iniziò a sviluppare un interesse per il mondo della blockchain. Come ha dichiarato lui stesso, se senti parlare di qualcosa due volte, potrebbe essere una buona idea investire del tempo per saperne di più.

Già allora, Vitalik associava qualsiasi cosa avesse a che fare con la regolamentazione governativa o il controllo societario alla pura malvagità. Ovviamente, la natura decentralizzata e incontrollabile di Bitcoin attirò la sua attenzione. Anche se nel tempo la sua percezione di bene e male è cambiata notevolmente, Vitalik è ancora motivato dalla convinzione che i membri dell’élite hanno troppo potere nelle loro mani.

Buterin finì per passare le giornate su vari forum legati a Bitcoin, facendo ricerche sul network. All’inizio, la sua attenzione era interamente focalizzata sull’elemento di criptovaluta del network. Man mano che diventava sempre più coinvolto nella comunità, però, iniziò a comprendere il potenziale virtualmente illimitato della tecnologia alla base di Bitcoin.

Voleva unirsi formalmente a questa nuova e sperimentale economia mettendo le mani su dei token, ma non possedeva né la potenza di calcolo per minare né il denaro per acquistare Bitcoin. Quindi, si mise a cercare lavoro retribuito in Bitcoin su vari forum, iniziando eventualmente a scrivere per un blog, che pagava circa cinque bitcoin per articolo.

Attraverso il lavoro sui forum e gli articoli, Vitalik si impegnava per comprendere meglio e accumulare esperienza in Bitcoin, oltre a farsi conoscere nella comunità. Allo stesso tempo, stava studiando i diversi aspetti economici, tecnologici e politici della criptovaluta. I suoi articoli attirarono l’attenzione di Mihai Alisie, un appassionato di Bitcoin residente in Romania, con cui iniziò una corrispondenza attiva e, a fine 2011, co-fondò Bitcoin Magazine. Buterin ricopriva la posizione di caporedattore per la rivista, dividendo il suo tempo con un altro lavoro part-time come assistente di ricerca per il crittografo Ian Goldberg. Inoltre, Vitalik stava partecipando a cinque corsi avanzati dell’Università di Waterloo contemporaneamente.

A maggio 2013, visitò San Jose, in California, per partecipare a una conferenza su Bitcoin come rappresentante di Bitcoin Magazine. Per la prima volta, Buterin osservò con i suoi occhi che la comunità intorno alla criptovaluta era viva e vegeta, cosa che lo convinse dell’importanza del progetto. Nello stesso anno, Vitalik abbandonò l’università e utilizzò alcuni dei bitcoin accumulati per girare il mondo e incontrare le persone che stavano cercando di ampliare le capacità del network di Bitcoin, trasformandolo in una versione più grande e più capace di sé stesso.

Durante i suoi viaggi, si imbatté in un grande numero di progetti legati a Bitcoin, da piccoli negozi del New Hampshire e ristoranti di Berlino che accettano Bitcoin agli ATM Bitcoin e varie piccole comunità in giro per il mondo. Tuttavia, tutte queste iniziative erano ancora per lo più focalizzate su modi per migliorare e promuovere la funzione di Bitcoin come moneta.

A ottobre 2013, Buterin visita Israele, dove incontra i team di ‘CovertCoins’ e ‘MasterCoin.’ Questi progetti stavano esplorando l’uso della blockchain per diverse altre applicazioni, come ad esempio emettere token sopra Bitcoin, consentire agli utenti di utilizzare contratti finanziari e così via. Sebbene continuassero a usare la blockchain di Bitcoin come struttura sottostante, stavano assegnando nuove proprietà alle transazioni di Bitcoin.

Dopo aver studiato i protocolli utilizzati da questi progetti, Vitalik realizzò che era possibile generalizzare notevolmente quello che facevano sostituendo tutte le loro funzionalità con un linguaggio di programmazione Turing-complete. Nel campo dell’informatica, un linguaggio di programmazione Turing-complete è qualcosa che permette a un computer di risolvere particolari problemi, una volta fornito l’algoritmo opportuno e le quantità di tempo e memoria necessarie. Inizialmente, presentò questa idea ai progetti già esistenti, ma tutti risposero che, pur essendo interessante, non era ancora il momento giusto per realizzare piani così grandi. Quindi, decise di farlo da solo.

Ethereum

Alla fine del 2013, Vitalik Buterin descrive la sua idea in un white paper, che in seguito invia ad alcuni suoi amici, i quali a loro volta lo diffondono ulteriormente. Come risultato, circa 30 persone contattano Vitalik per parlare del concetto. In realtà lui si aspettava recensioni critiche e commenti relativi a errori, ma non sono mai arrivati.

Tuttavia, il concetto di Ethereum riguardava ancora molto la funzione di moneta. L’idea è cambiata e si è plasmata nel tempo, durante riunioni e discussioni con le persone che aveva già convinto completamente. Una volta realizzato il linguaggio di programmazione, ogni settimana si inventavano nuovi modi per utilizzarlo. Alla fine di gennaio 2014, il team capì che creare un sistema di archiviazione file decentralizzato sarebbe stato relativamente facile, e concetti come registri di nomi potevano prendere vita con un paio di righe di codice. Man mano che questi casi d’uso si accumulavano, cambiarono lentamente la visione di Vitalik, trasformandola gradualmente in quello che oggi conosciamo come Ethereum.

Il progetto venne annunciato pubblicamente a gennaio 2014, e il core team era composto da Vitalik Buterin, Mihai Alisie, Anthony Di Iorio, Charles Hoskinson, Joe Lubin e Gavin Wood. Inoltre, Buterin presentò Ethereum sul palco di una conferenza su Bitcoin a Miami, e pochi mesi più tardi il team decise di organizzare una vendita di Ether, il token nativo del network, per finanziare lo sviluppo. Nello stesso periodo, Vitalik riceve la Thiel Fellowship da 100.000$.

Attraverso la vendita, in cui Ether è stato venduto per Bitcoin, il team raccolse più di 31.000 BTC dalla comunità crypto, all’epoca equivalente a 18 milioni di dollari. Tuttavia, durante l’evento Bitcoin si trovava a quota 650$, ma poco più tardi il prezzo crollò, e il team dovette affrontare una perdita completamente inevitabile da milioni di dollari. Nonostante ciò, il team di Ethereum utilizzò i fondi raccolti per creare la Ethereum Foundation, un’organizzazione no-profit con sede in Svizzera, incaricata di supervisionare lo sviluppo del software open source di Ethereum.

Vitalik Buterin

Malgrado alcune turbolenze, la campagna di crowdfunding di Ethereum è stata la terza vendita di maggior successo fino ad oggi, ed è valsa alla piattaforma una certa esposizione su molte importanti pubblicazioni finanziarie, tra cui anche il Wall Street Journal.

Prima del lancio ufficiale del network, la Foundation sviluppò e testò diversi prototipi della piattaforma Ethereum. Una versione denominata ‘Olympic’, una beta pubblica pre-release, fu l’ultima di questi prototipi. Diversi tra i primi utenti erano impegnati in una caccia ai bug e agli errori del sistema, dopo la decisione del team di introdurre una ‘bug bounty’ da 25.000 Ether per sottoporre il network a stress test.

Il 30 luglio 2015, viene rilasciata la prima versione di Ethereum accessibile al pubblico, chiamata ‘Frontier.’ Era comunque un lancio molto sperimentale, in quanto arrivò con un formato ‘di base,’ composto solo da una linea di comando, ma consentì agli sviluppatori di testare dal vivo l’ecosistema sviluppando app decentralizzate. Una volta considerata abbastanza stabile sia dagli sviluppatori che dai revisori, la piattaforma migrò alla versione ‘Homestead.’

La migrazione avvenne il 14 marzo 2016, segnando la prima release di produzione ufficiale del network di Ethereum. Il suo arrivo iniziò a dimostrare la nuova generazione di tecnologia blockchain, dava più libertà agli sviluppatori ed era molto più semplice da usare. Inoltre, dietro le quinte avvenivano numerosi miglioramenti tecnologici.

A questo punto, Ethereum si era già introdotto fortemente nel mercato delle criptovalute. Il numero di nodi Ethereum attivi, per esempio, ammontava a circa 5.100, particolarmente impressionante se paragonato ai 6.000 di Bitcoin all’epoca. Inoltre, un numero sempre maggiore di crypto exchange iniziò a quotare Ether, il cui valore assistette a una rapida crescita. Pur essendo una prima release di produzione, giganti tecnologici come Microsoft e IBM stavano già avviando progetti sulla piattaforma di Ethereum, contattando direttamente Vitalik e il suo team per proporre collaborazioni.

Il grande aggiornamento successivo, chiamato ‘Metropolis,’ è diviso in due parti. La prima, ‘Byzantium,’ è stata rilasciata a ottobre 2017, rendendo il network completamente user-friendly, più veloce, leggero e sicuro delle sue versioni precedenti. Eventualmente, verrà introdotta la fase finale di Ethereum, chiamata ‘Serenity.’

L’hacker, The DAO e l'hard fork

Oltre allo sviluppo di applicazioni decentralizzate e vari altri utilizzi, la piattaforma di Ethereum consente agli utenti di configurare e operare DAO, ovvero Decentralized Autonomous Organization, tradotto in Organizzazione Autonoma Decentralizzata. Sostanzialmente, sono entità complete che conservano asset digitali e li utilizzano in vari modi seguendo un insieme di norme predefinite piuttosto complesse. Queste regole sono stabilite negli smart contract creati da una persona o un gruppo.

L’attività di una DAO comincia con un periodo di finanziamento iniziale, in cui gli utenti possono acquistare token che rappresentano proprietà, aggiungendo fondi all’organizzazione. Al termine della fase di crowdfunding, la DAO inizia a operare. Gli utenti possono avanzare proposte sulle modalità in cui la DAO dovrebbe spendere i suoi fondi, e i membri che hanno comprato token possono votare a favore o contro. Tuttavia, è importante notare che i token acquistati non conferiscono in realtà alcun diritto di proprietà. Invece, danno diritto di voto su varie questioni. Bitcoin è stata essenzialmente la prima DAO mai creata, in quanto governata da un consenso tra il suo core team e il network di mining. Tutte le altre DAO sono state create sulla piattaforma di Ethereum.

‘The DAO’ è il nome di una particolare DAO, creata dal team della startup tedesca Slock.it, che offriva ‘smart lock’ per consentire alla gente di condividere vari beni, come automobili, appartamenti e così via, in una versione decentralizzata di Airbnb. Per qualche ragione, The DAO riuscì a diventare il progetto di crowdfunding più grande della storia, raccogliendo oltre 150 milioni di dollari da più di 11.000 membri. Inutile dirlo, erano molti più soldi di quanto i creatori potessero mai sperare e fossero pronti a gestire.

Poi, The DAO venne hackerata. È importante sottolineare che il bug sfruttato dall’hacker non si trovava nel network di Ethereum. Quest’ultimo funzionò perfettamente per l’intero periodo. Tutti i sistemi interconnessi sono vulnerabili in qualche modo ad attacchi informatici, e persino lo stesso hacker ha dichiarato che stava semplicemente approfittando di un escamotage tecnico individuato in The Dao.

Ad ogni modo, il 17 giugno 2016 qualcuno iniziò a risucchiare denaro da The DAO spostandolo in una ‘child DAO,’ che copiava la struttura della prima. Al termine, l’hacker era riuscito a sottrarre Ether da The DAO per 50 milioni di dollari. Il prezzo della criptovaluta ha registrato immediatamente un crollo significativo, passando da oltre 20$ a meno di 13$. E sebbene i membri del team di Ethereum non avessero niente a che fare con The DAO e l’attacco informatico contro di essa, si trovarono costretti a fare i conti con il disastro.

Riuscirono a interrompere il prosciugamento di fondi spostandoli in un altro smart contract, ma si trattava solo di una soluzione provvisoria. A causa del modo in cui era stato scritto il codice di The DAO, c’era ancora la possibilità che l’hacker riuscisse a reclamare i fondi. Era necessario un qualche tipo di intervento da parte del team di Ethereum. Nel mondo delle criptovalute, tale intervento prende il nome di ‘fork.’ All’inizio, venne proposto un ‘soft fork,’ essenzialmente il tasto reset di un network decentralizzato, che avrebbe comportato il ripristino dell’intero network di Ethereum, eliminando praticamente The DAO e spostando tutti i fondi in uno smart contract con la sola funzione di rimborsare gli investitori.

Tuttavia, questa proposta sollevò una questione esistenziale e causò una scissione all’interno della comunità di Ethereum. Uno degli attributi principali e più significativi del network era la sua natura decentralizzata, per cui tutto il potere decisionale appartiene alla comunità. Intervenire per risolvere questo problema avrebbe compromesso totalmente questo principio. Inoltre, attraverso la proposta relativa a un soft fork, la maggioranza dei miner di Ethereum avrebbe dovuto votare a favore del rollback, ma una falla di sicurezza nel processo di voto eliminò definitivamente questa opzione.

Di conseguenza, l’unica opzione rimasta era un ‘hard fork.’ In sostanza, venne creata una versione completamente nuova del network di Ethereum con regole leggermente diverse dall’originale. Dopodiché, miner, exchange, utenti ordinari e altre importanti app costruite su di esso dovettero decidere se passare alla nuova versione di Ethereum o restare con l’originale. I possessori di Ether votarono sulla proposta, e la stragrande maggioranza di persone, un incredibile 89 percento, approvarono l’hard fork, che ebbe luogo il 20 luglio 2016. 

Vitalik Buterin

Questa situazione determinò la nascita di Ethereum Classic. In sostanza, dovrebbe essere trattata come una nuova criptovaluta, in quanto dispone di una propria blockchain ed è indipendente da Ethereum. Entrambe le blockchain sono identiche sotto ogni aspetto fino al blocco 1920000, punto in cui venne implementato l’hard fork per rimborsare gli investitori in The DAO. Ethereum Classic offre ancora oggi le stesse identiche funzionalità di Ethereum.

Tuttavia, questa situazione è piuttosto problematica. Innanzitutto, la ‘doppia blockchain’ crea confusione tra gli investitori e gli utenti occasionali. Inoltre, può portare a replay attack su entrambe le blockchain. Questo significa che una transazione può essere ripetuta sull’altra chain senza che l’utente acconsenta o ne sia al corrente, in quanto la firma crittografica per tale transazione è già stata registrata sull’altra blockchain.

Vitalik Buterin e i mass media

Vitalik Buterin è stato co-fondatore e caporedattore di Bitcoin Magazine. L’iniziativa esordì come un progetto online, quando Buterin e un altro co-fondatore, Mihai Alisie, si trovarono persino costretti a vendere articoli individuali in cambio di Bitcoin su vari forum, durante un brutto periodo per la situazione finanziaria della rivista. Tuttavia, nel 2012 iniziarono a pubblicare un’edizione cartacea, spesso definita come la prima pubblicazione seria dedicata interamente alle criptovalute. Veniva spedita via posta agli abbonati in tutto il mondo, venduta presso Barnes & Noble e altre librerie, e pubblicata online. Vitalik dedicava da 10 a 20 ore a settimana alla pubblicazione, in cui rimase coinvolto fino al 2014. Attualmente, il proprietario e gestore di Bitcoin Magazine è BTC Media.

Inoltre, Vitalik ha contribuito a Ledger, una rivista accademica peer-reviewed che pubblica articoli di ricerca originali in materia di criptovalute e tecnologia blockchain, pubblicata dall’University Library System dell’Università di Pittsburg.

La Enterprise Ethereum Alliance

A marzo 2017, diverse startup blockchain, aziende Fortune 500, personalità accademiche e fornitori di tecnologie hanno annunciato l’istituzione della Enterprise Ethereum Alliance (EEA), che al tempo contava 30 membri fondatori. Al momento della stesura, l’alleanza comprende più di 200 membri, inclusi colossi globali come MasterCard, Cisco Systems, Samsung SDS, Microsoft, Intel e tanti altri.

L’obiettivo dell’alleanza è quello di mettere in contatto i suoi membri con esperti in materia di Ethereum, per imparare dalla piattaforma e costruirvi sopra, producendo software di livello aziendale capace di applicazioni particolarmente complesse ed esigenti. Diverse compagnie nei settori bancario, della gestione, delle consulenze, tecnologico, dell’intrattenimento e in molti altri stanno collaborando con esperti di Ethereum per esplorare le possibilità dell’implementazione di tecnologie blockchain nelle loro operazioni.

Buterin in Cina

Nonostante la posizione rigida, e talvolta contraddittoria, del governo cinese in merito a Bitcoin e altre criptovalute, la tecnologia blockchain e la piattaforma di Ethereum vengono adottate attivamente da piccole e grandi imprese del paese. Anche la personalità di Vitalik sta giocando un ruolo importante nello sviluppo, soprattutto considerando che è riuscito a imparare il cinese in qualche mese usando un'app sul suo cellulare.

In Cina, Ethereum è oggetto di ricerche e viene integrato a livello istituzionale. Per esempio, l’Università di Pechino, l’istituzione numero uno nel paese, sta creando un Ethereum Laboratory, che lavorerà a miglioramenti del protocollo e casi applicativi da introdurre nelle catene di fornitura e nei mercati dell’energia cinesi. La Royal Chinese Mint, unità subordinata alla China Banknote Printing and Minting Corporation, sta sperimentando con il token standard ERC-20 e gli smart contract di Ethereum per digitalizzare lo Yuan cinese. Ci sono inoltre diverse compagnie e startup, tra cui anche membri fondatori della Enterprise Ethereum Alliance, che concentrano buona parte delle proprie risorse e del proprio personale sulla ricerca e l’implementazione di vari aspetti della piattaforma di Ethereum.

A maggio 2016, 11 exchange regionali di commodity, equity e asset finanziari hanno creato la ChinaLedger Alliance. L’organizzazione si pone l’obiettivo di creare un protocollo blockchain open-source su cui gli sviluppatori possano realizzare progetti, secondo modalità conformi ai requisiti normativi piuttosto singolari della Cina. La Internet Commission della Securities Association of China collabora all’iniziativa offrendo funzioni consultive, con diversi membri illustri della comunità blockchain, tra cui Vitalik Buterin, in veste di consulenti. 

Inoltre, Vitalik è un partner generale presso Fenbushi Venture Capital, la prima e più grande società di capitali con sede in Cina che investe esclusivamente in compagnie abilitate da blockchain.

Buterin in Russia

Il concetto fondamentale delle criptovalute, la loro natura decentralizzata e incontrollabile, è in un certo senso ribelle e anti-establishment, caratteristiche che tendono a fare presa su buona parte della popolazione russa. La Russia vanta un grande numero di persone con ottime competenze informatiche, di cui Buterin è il primo esempio, nonostante l’allontanamento all’età di sei anni. Tutti questi fattori lo rendono una persona estremamente illustre e stimata nel paese.

Ad agosto 2017, più di 5.000 persone si sono riunite nella città di Skolkovo per assistere all’intervento di Vitalik. Tra le altre cose, ha menzionato che la Russia è tra i primi tre paesi per quanto riguarda la ricerca e la sperimentazione di tecnologie blockchain, accanto al Regno Unito e Singapore. Inoltre, Mosca vanta uno dei più grandi cluster di nodi nell’intero network di Ethereum.

Vitalik ha menzionato che il presidente russo Vladimir Putin è consapevole della blockchain, quindi l’hype intorno alla tecnologia è al culmine. Buterin ha incontrato Putin durante la sua visita, e secondo alcuni organi di stampa questa riunione era una delle condizioni di Vitalik per il viaggio. Durante l’incontro, Buterin ha descritto le opportunità legate all’utilizzo delle tecnologie da lui sviluppate in Russia, e il presidente sembra aver appoggiato l’idea. Secondo quanto riferito in passato, Putin è estremamente interessato al concetto di economia digitale, e la Russia sta attualmente valutando opportunità legate alla blockchain per il monitoraggio digitale di merci, per l’identificazione personale e per la protezione dei diritti di proprietà digitali.

Vitalik Buterin

A ottobre 2017, la banca più grande in Russia, Sberbank, ha annunciato di essersi unita alla Enterprise Ethereum Alliance. Prima di questo evento, l’unica società russa nell’alleanza era QIWI, un fornitore di servizi di pagamento elettronico. Sberbank ha già riferito di aver collaborato con autorità di regolamentazione, il ministro dell’economia, altre banche russe e la International Chamber of Commerce del paese, oltre ad aver completato fasi di test su una lettera di credito e una lettera di garanzia ‘smart.’

Durante la sua visita in Russia, ad agosto 2017, Buterin ha stretto un accordo con Vladislav Martynov, CEO di Yota Services, una società di comunicazioni mobili e dispositivi per la connettività con sede nel paese. L’affare prevede la creazione di una nuova entità, Ethereum Russia, che organizzerà percorsi di formazione, eventi e revisioni dell’architettura per Vneshtorgbank, una banca di sviluppo statale russa. Inoltre, la banca finanzierà la creazione di un nuovo centro per la ricerca blockchain all’interno della National University of Science and Technology (MISIS), supportato anche da Ethereum Russia. Il nuovo centro sarà finalizzato a fornire soluzioni per servizi governativi e collaborare con enti sia governativi che aziendali.

Le bufale sulla sua morte

Il 25 giugno 2017, un articolo falso secondo cui Vitalik Buterin sarebbe morto in un incidente automobilistico, ha portato Ether a perdere 4 miliardi di dollari in valore di mercato. La storia è nata su 4Chan, una imageboard anonima e un paradiso per i troll. Anche se Ethereum ha in seguito recuperato il valore perso, la bufala ha reso evidente l’importanza di Vitalik per la piattaforma e per l’intera comunità crypto e blockchain. Forse, l’anonimato totale perseguito dai creatori di Bitcoin è stata tutto sommato una mossa molto intelligente.

Il presente

Attualmente, Vitalik vive a Singapore e lavora alla sua creazione con la stessa dedizione di sempre. Nei primissimi giorni del progetto, solo tre persone lavoravano a protocolli Ethereum, ma il co-fondatore spera che il team raggiungerà presto un livello in cui la sua presenza sarà sempre meno richiesta.

Rimane ottimista sul futuro della piattaforma, spiegando che l’unico Ethereum killer è Ethereum. Buterin e il suo team si stanno preparando per il lancio di nuove versioni di Ethereum più stabili, sicure ed efficienti, citando scalabilità, ottimizzazione, economicità e sicurezza come le loro sfide più significative.

Riconoscimenti

  • Thiel Fellowship Award, 2014
  • World Technology Award per la Categoria IT Software, 2014
  • Lista 40 under 40 di Fortune
  • Lista 30 under 30 di Forbes

Citazioni di Buterin sulla blockchain e sul futuro

“Sono davvero grato per l’opportunità di lavorare in un settore così interessante e interdisciplinare, dove ho la possibilità di interagire con crittografi, matematici ed economisti illustri nei loro campi, per aiutare a costruire software e strumenti che interessano già decine di migliaia di persone in tutto il mondo, e di lavorare ogni settimana a problemi avanzati in materia di informatica, economia e filosofia.”

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“Credo che una parte importante delle conseguenze sarà necessariamente un certo grado di depotenziamento di alcuni tra questi operatori centralizzati.”

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“Bitcoin elabora poco meno di tre transazioni al secondo. Ethereum ne elabora cinque al secondo. Uber offre 12 passaggi al secondo. Ci vorranno un paio di anni prima che la blockchain sostituisca Visa.”

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“Ciò che mi ha fatto sentire ottimista nel corso dell’ultimo anno è il grande interesse, non solo per l’aspetto della criptovaluta, del comprare Ether e conservarlo, ma nell’usarlo effettivamente per costruire applicazioni.”

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“Abbiamo appena superato per la prima volta 500.000 transazioni al giorno. Equivale a qualcosa come sette transazioni al secondo.”

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