Secondo quanto riportato il 22 agosto da The Paper, la Cina starebbe vietando a tutte le sedi commerciali del distretto di Chaoyang a Pechino di ospitare eventi legati alle criptovalute.


Official notice issued by local financial and social risk prevention and control authorities

Comunicazione ufficiale pubblicata dalle autorità di prevenzione dei rischi finanziari e sociali del paese. Fonte: The Paper

Il divieto, secondo i corrispondenti di Cointelegraph in Cina, riportato per la prima volta da un'app di notizie locali nota come Jwview, potrebbe essere esteso anche ad altri distretti. La situazione non è ancora del tutto chiara, e le dichiarazioni riportate dai media locali sono contrastanti.

Secondo The Paper, il nuovo divieto proibisce a tutti gli spazi pubblici del quartiere, come centri commerciali, hotel e uffici, di ospitare qualsiasi forma di promozione relativa alle criptovalute. Il comunicato cita tra i motivi delle misure la "tutela dei diritti di proprietà pubblica", "la prevenzione del riciclaggio di denaro sporco" e il mantenimento della "sicurezza e stabilità del sistema finanziario". Ai membri del pubblico viene consigliato di farsi avanti per denunciare qualsiasi violazione del nuovo divieto.

Come segnalato anche da Cointelegraph Japan, le restrizioni nel distretto di Chaoyang si intersecano con una serie di misure più ampie mirate ai canali di comunicazione o "scappatoie" attraverso le quali gli investitori cinesi possono ottenere l'accesso a Initial Coin Offering (ICO) o altre attività relative alle criptovalute.

Secondo lo Shanghai Securities Times, il China National Fintech Risk Rectification Office avrebbe identificato 124 piattaforme di trading con indirizzi IP esteri, e intende bloccare l'accesso ai loro servizi. Sono state inoltre intraprese azioni restrittive nei confronti dei relativi account sui social media.

Come segnalato da Cointelegraph il 21 agosto, WeChat, la principale piattaforma di social media cinese, ha bloccato permanentemente un certo numero di account sospettati di aver pubblicizzato ICO e trading di criptovalute, violando le nuove normative introdotte qualche settimana fa.

In un'e-mail condivisa con Cointelegraph, il sito Coindaily, il cui canale ufficiale di WeChat contava oltre 100.000 utenti, ha confermato che "circa 8 dei principali account WeChat ufficiali relativi alle criptovalute sono stati chiusi", tra cui lo stesso Coindaily, Huobi News e Huobi Research Institute, Jinse.com, BiShiJie News Flash, deepchain, TokenClub, CoinDaily, Wujie Blockchain e Dapao.

CT Japan riferisce inoltre che sono in corso anche nuove misure per rafforzare la "bonifica" dei canali di pagamento cripto di terze parti, compresi quelli utilizzati da piattaforme OTC (Over the Counter). I funzionari del China’s Office for Special Remediation of Internet Financial Risks incontreranno e intervisteranno le istituzioni di pagamento di terze parti e ordineranno loro di interrompere qualsiasi attività relativa alle criptovalute.

La Cina ha inasprito le norme sulle criptovalute a partire da settembre 2017, quando ha bandito sia le ICO che gli exchange Bitcoin (BTC) - fiat. A gennaio, le autorità di regolamentazione locali hanno annunciato di voler estendere il divieto alle piattaforme di "market-making" e servizi simili, "bloccando [l'accesso] alle piattaforme nazionali e offshore che consentono il trading centralizzato".

A febbraio, la Cina ha aggiunto gli exchange di criptovalute offshore e i siti web di diverse ICO al suo Great Firewall, lo stesso mese in cui sono stati rimossi gli annunci pubblicitari relativi alle criptovalute dal motore di ricerca cinese Baidu e dalla piattaforma di social media Weibo.

Reportage aggiuntivo a cura di Marie Hulliet.