La Banca Popolare Cinese (PBoC) ha messo in guardia gli investitori dalle "bolle" del settore blockchain. L'istituzione, nota per la propria posizione contraria alle criptovalute, ha poi suggerito al governo di rafforzare la propria supervisione su "speculazione, manipolazione di mercato e altre irregolarità", che sostiene siano estremamente comuni nell'industria blockchain domestica.

Secondo quanto rivelato dal gruppo di studio China Financial Forty Forum, l'autore di tale documento è Xu Zhong, direttore del Dipartimento di Ricerca della PBoC. All'interno di tale resoconto, intitolato "Cosa può e non può fare la blockchain?", si afferma che:

"Esistono ben pochi progetti blockchain capaci di produrre reali benefici sociali. Oltre alle basse prestazioni fisiche delle blockchain, la principale ragione sono le carenze dal punto di vista delle funzioni economiche di questa tecnologia. Bisognerebbe effettuare ulteriori ricerche ed esperimenti. In questo documento valuteremo in maniera oggettiva cosa la blockchain può e non può fare".

Il portale d'informazione Forex East Money afferma che nel documento viene analizzato più nel dettaglio il concetto di "tokenizzazione", adottato da numerosi progetti blockchain, e chiariti principi tecnologici come meccanismi di consenso e contratti intelligenti. L'istituzione bancaria ha anche esaminato i sistemi blockchain dal punto di vista sia delle prestazioni che della sicurezza, concludendo la propria valutazione con un riepilogo dei benefici e dei limiti di tale tecnologia.

Nella giornata di ieri la PBoC ha rilasciato un altro documento, nel quale ha fortemente criticato i cosiddetti "airdrop" effettuati durante le campagne Initial Coin Offering (ICO): spesso questi vengono infatti utilizzati per aggirare le normative che regolano la vendita pubblica di token grazie alla distribuzione gratuita di monete agli investitori.