Plutus, applicazione finanziaria con criptovalute fondata nel 2015, ha smentito le accuse secondo cui il suo database sarebbe stato compromesso da un attacco hacker.

Questa settimana la società israeliana di sicurezza informatica Sixgill ha pubblicato un avviso su Twitter, nel quale sostiene che alcuni hacker avessero iniziato a vendere sul dark web i dati rubati dal database dell'azienda.

Rappresentante di Plutus: "non abbiamo trovato alcuna prova di hacking"

Tuttavia, un rappresentante di Plutus ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Abbiamo analizzato diversi possibili vettori di attacco e non abbiamo trovato alcuna prova di hacking. Vogliamo rassicurare i nostri clienti: non vi è alcun rischio di perdere i propri bilanci fiat o crypto.

I nostri servizi sono, per design, non-custodial. Ciò elimina la possibilità che un attacco hacker contro la compagnia abbia un impatto sugli asset dei clienti. Finora non abbiamo trovato prove che suggeriscano un tentativo di hacking riuscito."

Secondo lo screenshot pubblicato su Twitter da Sixgill, i presunti hacker avrebbero pubblicato le informazioni di 1.205 clienti su un sito web non identificato. Fra questi dati anche le chiavi "bcrypt", vale a dire le password utilizzate dagli utenti di Plutus per accedere ai propri wallet.

A giugno Plutus ha annunciato di aver stretto una collaborazione con Nike, consentendo agli utenti di utilizzare le sue carte di debito crypto sul negozio online del noto produttore di articoli sportivi.