Gli youtuber della comunità crypto hanno segnalato che la popolare piattaforma di video sharing sta censurando i loro contenuti.

In un tweet pubblicato il 23 dicembre, Chris Dunn - uno youtuber con 210.000 iscritti e quasi 7,5 milioni di visualizzazioni - ha affermato:

"@YouTube ha appena rimosso la maggior parte dei miei video sulle criptovalute per "contenuti dannosi o pericolosi" e "vendita di beni regolamentati"... Faccio video da 10 anni, ho oltre 200.000 di iscritti e oltre 7 milioni di visualizzazioni. Ma che cazzo state facendo @TeamYouTube?!”

In un altro tweet del 23 dicembre, il canale educativo Node Investor ha scritto:

“Buon Natale anche a voi @YouTube. Pare che un video da me pubblicato due anni fa su come analizzare le criptovalute sia ora illegale.. Le regole stanno cambiando."

Screenshot allegedly showing YouTube’s notice to Chris Dunn

Screenshot che mostra gli avvisi inviati da YouTube a Chris Dunn. Fonte: @ChrisDunnTV

Nel caso di Chris Dunn, lo screenshot del presunto intervento di YouTube mostra un totale di sette "strike" contro altrettanti video, ognuno dei quali è stato etichettato come "contenuto dannoso o pericoloso".

Tra i titoli di questi video vi sono "50 lezioni di trading e criptovalute degli ultimi 5 anni", "Bitcoin è davvero denaro?" e "Il futuro delle Initial Coin Offering".

Secondo un secondo screenshot condiviso da Dunn, quando un canale subisce uno "strike", lo YouTuber non può più caricare, pubblicare o trasmettere contenuti per una settimana. Un secondo avvertimento estende questa restrizione a due settimane, mentre un terzo entro un periodo di 90 giorni comporta la rimozione permanente del canale.

Il tweet di Node Investor mostra una situazione simile, ma limitata ad un solo video, che sarebbe stato rimosso per una violazione delle "politiche sulla vendita di beni regolamentati".

L'evoluzione della posizione delle piattaforme nei confronti delle criptovalute

Anche se YouTube non sembra limitare i contenuti legittimi che hanno a che fare con le criptovalute, alcuni esperti di cybersecurity hanno rilevato che la piattaforma è stata abusata per diffondere malware noti come cryptojacker.

Un tempo presenti su Facebook, Google e Twitter, le restrizioni sugli annunci pubblicitari relativi al settore blockchain sono state gradualmente eliminate o accompagnate da alcune disposizioni per addolcire tali misure e dare il via libera alla maggior parte dei contenuti provenienti dal mondo crypto, fatta eccezione per le pubblicità truffa e per gli annunci fuorvianti.

Anche Cointelegraph ha dovuto fare i conti un breve periodo di censura da parte di Facebook, la prima piattaforma social a vietare gli annunci pubblicitari sulle criptovalute: è successo poco dopo la pubblicazione sulla pagina Facebook di CT di un documentario sull'uso delle criptovalute nel settore dell'intrattenimento per adulti.