Un dipendente di un centro di ricerca nucleare, situato nella città chiusa di Sarov in Russia, è stato multato per aver minato illegalmente Bitcoin (BTC).

Una multa da 7.000$

Stando ad un articolo recentemente pubblicato sul portale d'informazione russo Meduza, un uomo ha ricevuto una multa di 450.000 rubli, equivalenti a circa 7.000$, per aver tentato di minare Bitcoin utilizzando il supercomputer presente all'interno del Centro Nucleare della Federazione Russa di Sarov.

Un tempo Sarov era una città segreta non segnalata sulle mappe: è dove venne prodotta la prima bomba atomica dell'Unione Sovietica. Ancora oggi l'accesso alla città è severamente vietato. Il Centro Nucleare della Federazione Russa si occupa di prendere decisioni relative allo sviluppo, alla produzione, allo stoccaggio e all'utilizzo di armi nucleari, nonché al riciclo di materiale radioattivo.

Il tribunale ha emesso il proprio verdetto in data 17 settembre. Il dipendente del centro di ricerca è stato dichiarato colpevole di accesso illecito alle informazioni presenti nel computer, nonché di aver violato le regole relative all'archiviazione di tali dati.

Mining illecito di criptovalute

Ad agosto di quest'anno, il Servizio di Sicurezza Ucraino ha arrestato gli operatori della centrale nucleare di Yuzhoukrainsk, in quanto avevano sfruttato l'impianto per il mining di criptovalute. Pare che questi individui avessero compromesso la sicurezza dell'intera centrale connettendo ad internet i propri dispositivi per il mining, facendo di conseguenza trapelare in rete informazioni classificate sul sistema di protezione fisico della struttura.

A settembre, in Armenia, una società operante nel settore dell'informatica è stata accusata di aver minato illecitamente criptovalute all'interno di una centrale idroelettrica: in appena un anno e mezzo, la compagnia aveva consumato clandestinamente ben 1,5 milioni di kilowattora di elettricità, per un valore complessivo di oltre 150.000$.