Riassumendo gli ultimi dieci anni, il co-fondatore di Ethereum Vitalik Buterin ha ripensato ad alcune sue previsioni passate, vantandosi di aver avuto ragione riguardo a idee astratte piuttosto che su problematiche legate allo sviluppo del software. 

Buterin comincia il thread su Twitter facendo riferimento al suo articolo del 23 luglio 2013, dove sottolineava i punti chiave di Bitcoin – internazionalità e resistenza alla censura. Buterin previde il potenziale di Bitcoin nel proteggere il potere d'acquisto dei cittadini in Iran, Argentina, Cina e Africa. 

Buterin aveva anche previsto un incremento nell’adozione di stablecoin, dato che vide alcune aziende argentine che già operavano in Tether (USDT). Buterin supporta inoltre le sue idee di dieci anni fa in merito all’impatto negativo che le regolamentazioni avrebbero avuto su Bitcoin:

"La mia opinione oggi: certo, la decentralizzazione di Bitcoin gli consentirebbe di *sopravvivere* in un clima normativo particolarmente ostile, ma non potrebbe *prosperare*. Perché abbia successo, una strategia di resistenza alla censura richiede sia robustezza tecnologica che legittimità pubblica."

L’imprenditore ritiene ancora che “l’internet del denaro non dovrebbe costare più di 5 centesimi a transazione” e sottolinea gli sforzi continui di Ethereum per migliorare le capacità di scalabilità della blockchain:

"5. Dovrei anche aggiungere che l'*idea* dello sharding è rimasta pressoché invariata.

Blockchain 1.0: ogni nodo scarica tutto, c'è consenso.
BitTorrent: ogni nodo scarica soltanto poche cose, non c'è alcun consenso.
Ideale: efficienza simile a BitTorrent ma con consenso simile alla blockchain."

"Mi piacevano le altcoin prima che diventassero di moda," aggiunge Buterin, citando un articolo dove basa questa affermazione su tre argomentazioni: chain differenti possono essere ottimizzate per obiettivi differenti, il costo di avere diverse chain è relativamente basso, ed il bisogno di un’alternativa nel caso in cui il team di sviluppo principale si sbagli. 

Al contrario, Buterin ha cambiato idea riguardo al suo supporto per Bitcoin Cash (BCH), affermando che le community sono nate soltanto per ribellione: sebbene si siano formate per una buona causa, hanno riscontrato delle difficoltà nel lungo termine. Ritiene che "premino più il coraggio rispetto alle competenze, e sono unite da un sentimento di resistenza piuttosto che da un’idea comune per andare avanti."

"Applicazioni previste nel whitepaper di Ethereum:

* Token in stile ERC-20
* Stablecoin algoritmiche
* Sistemi per nomi di dominio (come ENS)
* Calcolo decentralizzato, archiviazione decentralizzata di file 
* DAO
* Wallet con limiti di prelievo
* Oracoli
* Prediction market"

"Molti punti giusti (ho praticamente previsto la ‘DeFi’), sebbene il file storage e il calcolo incentivato non abbiano (ancora?) preso piede. Non avevo assolutamente previsto gli NFT."

In conclusione, Buterin supporta gli istinti che lo hanno aiutato a correggere gli errori nei primi periodi, affermando: "Per quanto riguarda la tecnologia, ho spesso avuto ragione sulle idee astratte... meno sugli ostacoli che avremmo incontrato durante lo sviluppo del software. Ho dovuto imparare a comprendere come si produce un software nel corso del tempo."

Correlato: Vitalik Buterin delinea la tabella di marcia ‘endgame’ per ETH 2.0

A inizi dicembre Buterin ha condiviso la sua visione su una “roadmap plausibile” per Eth2, suggerendo "un secondo livello per lo staking, con bassi requisiti di risorse" per una validazione più distribuita dei blocchi. 

Ha inoltre proposto l'introduzione degli ZK-SNARKS, un modo più economico per gli utenti di controllare la validità di un blocco:

"[Con questi miglioramenti] otteniamo una chain ove la produzione di blocchi è ancora centralizzata, ma la validazione dei blocchi è trustless e altamente decentralizzata. Una funzione anti-censura impedisce poi ai block producer di censurare i contenuti dei blocchi."