L'Unione Europea includerà le piattaforme crypto nelle sue più recenti sanzioni finanziarie contro la Russia, segnalando la prima volta in cui i servizi di asset digitali sono direttamente presi di mira.

Le misure, facenti parte del 19° pacchetto di sanzioni del blocco, proibiscono tutte le transazioni in criptovaluta per i residenti russi e limitano i rapporti con le banche straniere legate ai sistemi di pagamento alternativi russi, secondo quanto riportato in una dichiarazione della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen pubblicata venerdì.

Il pacchetto mira anche a bloccare le transazioni con entità che operano nelle zone economiche speciali russe.

“Man mano che le tattiche di evasione diventano più sofisticate, le nostre sanzioni si adatteranno per rimanere un passo avanti”, spiega von der Leyen. “Pertanto, per la prima volta, le nostre misure restrittive colpiranno le piattaforme crypto e proibiranno transazioni in criptovalute”.

Inoltre, aggiunge: “Stiamo stilando un elenco delle banche straniere associate ai sistemi di pagamento alternativi russi. Stiamo anche ponendo restrizioni alle transazioni con le entità nelle zone economiche speciali”.

Dichiarazione relativa al 19° pacchetto di sanzioni dell'UE. Fonte: ec.europe.eu

Le sanzioni non sono ancora definitive e richiedono l'approvazione di tutti i 27 Stati membri dell'UE.

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Von der Leyen sostiene che tali misure siano una risposta agli “attacchi missilistici e con droni su larga scala contro l'Ucraina” da parte della Russia, che peraltro hanno visto i droni Shahed violare lo spazio aereo dell'UE in Polonia e Romania.

Secondo quanto riferito, le compagnie petrolifere russe avrebbero utilizzato asset digitali per aggirare le sanzioni, effettuando transazioni mensili per decine di milioni di dollari utilizzando Bitcoin (BTC) e USDt (USDT) di Tether, come riportato da Reuters a marzo, citando quattro fonti con conoscenza diretta della vicenda.

A luglio, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato Iurii Gugnin, noto anche come George Goognin e Iurii Mashukov, cittadino russo residente a New York, con 22 capi d'accusa, tra cui il riciclaggio di oltre 540 milioni di dollari mediante le sue società crypto, Evita Investments ed Evita Pay, agevolando al contempo le transazioni per entità russe soggette a sanzioni.

L'Ucraina tenta di rafforzare la propria resilienza finanziaria tramite una riserva in Bitcoin

Dall'altra parte dello scontro, l'Ucraina sta tentando di rafforzare la propria resilienza finanziaria con una proposta di riserva nazionale in Bitcoin.

I legislatori ucraini hanno infatti avviato i lavori su una proposta di riserva nazionale in Bitcoin, con una bozza di legge ormai in fase finale, a detta di Yaroslav Zhelezniak, membro del parlamento che a maggio ha confermato il piano al media locale Incrypted.

La proposta è stata annunciata durante la conferenza Crypto 2025 tenutasi a Kiev il 6 febbraio. “Presenteremo presto una bozza di legge dell'industria che consentirà la creazione di riserve di criptovalute”, sostiene Zhelezniak.

Dal 7 marzo, con la firma da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un ordine esecutivo che istituisce una riserva nazionale di Bitcoin costituita da BTC confiscati nell'ambito di procedimenti penali, l'asset sta ottenendo un crescente riconoscimento come riserva nazionale.

Fonte: Margo Martin

Un mese più tardi, il deputato svedese Rickard Nordin ha emesso una lettera aperta in cui esortava il ministro delle Finanze Elisabeth Svantesson a considerare l'adozione di Bitcoin come riserva nazionale, citando il suo crescente riconoscimento come “copertura contro l'inflazione”, riferisce Cointelegraph l'11 aprile.