Gli operatori del settore blockchain e i regolatori continuano a discutere sui diritti alla privacy, mentre le norme antiriciclaggio (AML) dell'Unione Europea sembrano destinate a vietare i token che preservano la privacy e i conti crypto anonimi a partire dal 2027.
Secondo quanto riportato da Cointelegraph a maggio, gli istituti di credito, le istituzioni finanziarie e i crypto asset service provider (CASP) non potranno più mantenere conti anonimi o gestire criptovalute che tutelano la privacy in base al nuovo Anti-Money Laundering Regulation (AMLR) dell'UE che entrerà in vigore nel 2027.
Mantenere il diritto di accedere a monete che preservano la privacy come Monero (XMR) è stata una “battaglia costante” tra gli stakeholder del settore blockchain e le autorità di regolamentazione, secondo Anja Blaj, consulente legale indipendente ed esperta di politiche presso la European Crypto Initiative.
“Se si pensa a come gli Stati vogliono attuare le loro politiche, è chiaro che vogliono stabilire un controllo. Vogliono capire quali sono le parti che effettuano transazioni tra loro”, ha affermato Blaj durante il live spaces su X di Cointelegraph il 3 settembre.
«[Lo Stato] vuole comprendere ciò che accade per poter prevenire qualsiasi tipo di crimine e truffa, e noi vogliamo applicare le politiche che creiamo come società».
Le sue osservazioni sono state formulate nel momento in cui l'UE ha intensificato la vigilanza normativa sul settore crypto, sulla base del regolamento Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA) dell'Unione.
Rimane un margine di negoziazione
Sebbene il quadro normativo antiriciclaggio sia definitivo, gli esperti di regolamentazione vedono ancora margini di negoziazione fino alla sua entrata in vigore nel 2027.
L'elaborazione delle politiche è un “dialogo continuo”, il che significa che “nulla è definitivo, anche se la normativa è già stata emanata”, ha affermato Blaj. “Ci sono ancora modi per dialogare con i regolatori, vedere come si evolverà la situazione e come verrà applicata”.
Sebbene ci sia sempre spazio per negoziare con i responsabili politici, la normativa relativa alla tutela della privacy delle criptovalute e dei conti sta diventando “più severa perché non serve gli interessi e la pianificazione degli Stati”, ha aggiunto.
La spinta contro la privacy delle crypto arriva mentre una proposta separata dell'UE, nota come “Chat Control”, riprende slancio.
Il piano richiederebbe a piattaforme come WhatsApp e Telegram di scansionare ogni messaggio, foto e video inviato dagli utenti, anche quelli protetti con crittografia end-to-end.
Quindici Stati membri appoggiano il disegno di legge, ma il loro sostegno non rappresenta il 65% della popolazione dell'UE, la soglia necessaria per l'adozione. La Germania è stata titubante, ma un cambiamento di politica potrebbe rivelarsi decisivo.